storia di Fastro e San Vito parziale

La visita pastorale di Francesco Scipione Dondi Dall’Orologio nella diocesi di Padova 1809-1819a cura di Agnese Lauretta Coccato

Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa a Vicenza 1989

Fastro

16 settembre 1816

popolazione

1. Abitanti: 443 (290 capaci di comunione).

2. Sanità: a) commadre allevaressa 1: Francesca Battistel e un’altra, entrambe approvate; b) medici uno: Giovanni Panzer, esercita per una parte della parrocchia, diligente.

Struttura formale

1.Luoghi di culto, chiesa parrocchiale: titolo Sant’Antonio, notizie storiche: costruita ed eretta in parrocchia nel 1780, dopo lo smembramento fatto alla parrocchia di Arsiè; non è consacrata; pertinenze: altari tre (Sant’Antonio, San Giuseppe, B.V.); Reliquie: legno della Santa Croce, S. Andrea, Santo Stefano, San Giovanni Battista, San Giuseppe (tutte con sigillo e autenticate). Privilegi: è privilegiato l’altare di Sant’Antonio per sette anni.

2. Stato patrimoniale: 1) fabbriceria: entrata di lire 130 da livelli dell’altare di Sant’Antonio; 2) beneficio parrocchiale: entrata di lire 770 da: tre campi, frumento, rendita dalla comune di Cismon (lire venete 300), questua di uva e una mazzetta di legna per famiglia; agravi di lire 180 da: congregazione, sagra, vino e osti; rendita netta di lire 590.

Le persone

1.Sacerdoti: Cavalli Liberale, di Valstagna, parroco, eletto da comizi e presentato a loro nome dall’arciprete di Arsiè nel 1815.

2. Fabbriceri: Brandalise Angelo, Dall’Agnol Bartolomeo, Dall’Agnol Giovanni Maria.

Vita religiosa e morale

1. Dottrina cristiana: è tenuta nella chiesa parrocchiale dal parroco, i maschi divisi dalle femmine; conta fanciulli 26, fanciulle 12, maestri 12, maestre 12.

2. Osservazioni del parroco: si riserva di parlare, con libertà pastorale, degli scandali e difetti esistenti in parrocchia, all’atto della sacra visita.

Disposizioni del vescovo

mettere in sacrestia un lavello deve che il celebrante possono lavarsi le mani; recintare il cimitero; appendere l’immagine di San Giovanni battista sopra il fonte battesimale; tenere chiuso a chiave il sacrario.

la visita pastorale del vescovo Francesco Scipione Dondi Dall’Orologio nella diocesi di Padova 1809-1919

————————————————————————————————————–

San Vito e Roveri 19 settembre 1816

popolazione

1. Abitanti 329 (214 capace di comunione)

2. Sanità: “Levaresse” tre: Domenica Forin, Giovanna Forin e Maria Trevisan approvate.

Struttura formale

1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale: a) titolo: San Vito, contitolare santi Modesto e Crescenzio; b) notizie storiche: eretta nel 1770; non è consacrata;c) altari (santi Vito, Modesto, e Crescienzio, tutte autenticate, Beata Vergine del Rosario, San Giuseppe). E, reliquie: San Vito, San Modesto, San Crescenzio, San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio, legno della Santa Croce, San Giuseppe da Copertino, beato Gregorio Barbarigo e numerosissime altre (tutte autenticate);c) privilegi: è privilegiato l’altare di San Vito.

2. Stato patrimoniale:1) fabbriceria: entrata lire venete 300 da livelli; 2) beneficio parrocchiale: entrata di lire piccole venete 1142; aggravi di lire venete da prediali, due sagre vino e ostie; rendita netta di lire venete 782.

Le persone

1.sacerdoti: Cavalli Giò Batta, di Valstagna, parroco, eletto per la elezione dei comizi e per presentazione dall’arciprete d’Arsiè nel 1806.

2. Fabbriceri: Forin Giovanni; Forin Bartolomeo; Zancanaro Francesco.

Vita religiosa e morale

dottrina cristiana: è tenuta nella chiesa parrocchiale dal parroco, i fanciulli separati dalle fanciulle; conta figli 25, figlie 24,i sono maestri 12, maestre 12.

Disposizioni del vescovo

aggiornare il messale con le nuove messe; provvedere a un registro per la scuola della dottrina cristiana; provvedere a una nuova lapide sacra per l’altare della beata Vergine del Rosario; mettere il velo nel confessionale e la tabella dei casi riservati; tenere il miglior ordine i registri parrocchiali e provvedere a un registro per i contraenti il matrimonio.

——————————————————————————————————————————————

La visita pastorale del vescovo Modesto Farina nella diocesi di Padova (1822-1839)

a cura di Pio Pampaloni

edizioni di storia e letteratura Roma 1983 pagina 918

San Vito e Roveri

data della visita: 3 giugno 1831. Nella circostanza si ebbero 160 comunioni e 190 cresimandi.

popolazione

1.abitanti 384; maschi 185, femmine 199; ammessi alla prima comunione 133.

2. Sanità:a) medico uno: Slaviero; b) levatrici due.

3. L’istruzione: scuola sostenuta dal parroco come “maestro tollerato”. Si fa solo d’inverno, intervengono circa 30 fanciulli a seconda delle intemperie e delle nevi eccedenti.

Struttura formale

1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale, titolari: Santi Vito e Modesto; notizie storiche: la Chiesa ebbe origine nel 1400 da un antico oratorio, nel 1771 fu unita all’arcipretale di Arsiè da cui venne separata come parrocchia; non è consacrata.

2. Pertinenze: altari 3: del SS. mo, della beata vergine del Rosario: con antica immagine in legno, di San Giuseppe: con pittura. Confessionale, pulpito, campanile con due campane, cimitero presso la Chiesa: è imminente la costruzione del nuovo.

Stato patrimoniale:

beneficio parrocchiale: attivo: lire 1000, passivo: lire 200. Altari: mantenuti da poche rendite e dalla pietà dei fedeli. Associazioni: nessuna.

archivio: libri canonici e civili.

Persone

1.Sacerdoti 1: Beraldi Francesco, nato a Centrale nel 1785, parroco.

2. Chierici 1.

3. Fabbriceri 3: Taverna Modesto, Zancanaro Francesco, Taverna Giovanni Maria.

Vita religiosa e morale

celebrazioni di culto e le forme di pietà: 1. Messe d’obbligo: nessuna.2. Devozioni: recita del Rosario intero la sera precedente la commemorazione dei defunti, Via Crucis. Organizzazione catechistica: i fanciulli sono istruiti da uomini appositi e esperti, le fanciulle da donne.

Osservazioni sul popolo:

tutto verrà riferito a voce.

Disposizioni vescovili:

pulire l’altare di San Giuseppe.

———————————————————————————————————

Fastro

data della visita: 4 giugno 1831. Nella circostanza si ebbero circa 210 comunioni e 200 cresimati.

Popolazione

1. Abitanti 445; maschi 220, femmine 225, ammessi alla comunione nell’anno in corso 12.

2. Sanità: medici uno:Slaviero, B) levatrici 1.

3. L’istruzione: scuola elementare minore assistita dal parroco “per mancanza di maestri idonei ed approvati”, scolari circa 30.

Struttura formale

luoghi di culto: chiesa parrocchiale: titolare Sant’Antonio di Padova, notizie storiche: eretta in parrocchia nel 1780, non è consacrata; pertinenze: altari tre: di Sant’Antonio, del nome di Maria, della Beata Vergine del Rosario. Confessionale, colpito, campanile in legno, cimitero vicino alla chiesa.

Stato patrimoniale:

beneficio parrocchiale: attivo di lire italiane 500, passivo di lire 60.

Archivio: strati d’anime quattro, libri canonici dal 1780.

Persone

1. Sacerdoti uno: Cavalli Liberale, nato a Valstagna il 24 febbraio 1788, parroco.

2. Fabbriceri 3: Brandalise Costante, Dall’Agnol Antonio, Battistel Gio.Batta, che penarono a esigere i crediti di Chiesa che trascuratissimi sono i debitori.

Vita religiosa e morale

messe d’obbligo: nessuna.

Devozioni: quelle ordinarie di ogni parrocchia.

Maestri e maestre 22 circa, direttore: il parroco.

Osservazioni sul popolo:

istanza di parrocchiani al vescovo Monsignor Farina sulla questione dell’osteria di Dall’Agnol Giovanni:

noi sottoscritti, che come principali rappresentiamo questa parrocchia, eccitati da spirito di santa religione e dal zelante pietra, umili e supplichevoli ricorriamo a vostra eccellenza rev. ma. Affinché voglia avere la bontà di esaurire la divota istanza che le facciamo.

Contiguo alla canonica, esiste una casa di proprietà di Giovanni Dall’Agnol fu Vito, il quale la tiene ad uso di officina e osteria.

I rumori, le risse, le bestemmie, le imprecazioni, i contrasti (cose tutte figlie dell’ubriachezza) che si succedono spesso in questa osteria, cagionarono non poche volte disturbo alle sacre funzioni festive, essendovi quasi sempre persone mondane e carnali, che tenendo per loro Dio il ventre, tengono pur per Chiesa l’osteria, e colà consumano in tripudi e bagordi le giornate di festa.

I sopra esperti disordini hanno più delle volte costretto, finite le sacre funzioni a partirsene dalla Chiesa più persone divote, che si volevano trattenere all’ adorazione del vero Dio. Il parroco stesso mentre sedeva nel tribunale di penitenza per udire delle confessioni, molte volte ha dovuto inpazientarsi, smaniare per il disturbo, che i sussurri dell’osteria portavano a lui e ai buoni penitenti.

Tali disordini furono subordinati all’autorità commissariale, affinché fosse tolto lo scandalo con la soppressione della succitata osteria, ma ci fu risposto non essere di causa per procedere al chiudimento, atteso che l’osteria è aperta da molti anni, coperta di licenza politica è posta sulla strada regia.

Vostra eccellenza rev.ma portandosi alla sacra visita il 4 giugno p.v. potrà vedere che l’osteria esiste in non tollerabile distanza dalla chiesa, poco distante da un’altra osteria, pure nella regia strada; sicché come supremo nostro pastore, cui tanto stanno a cuore i riguardi dovuti alla religione, il culto divino, ci lusinghiamo che, usando di sua autorità, farasì che quanto prima segua il chiudimento dell’osteria succitata, onde vengano tolti ulteriori disordini, scandali e disprezzi, che purtroppo offendono la religione.

Noi eppure sottoscritti assicuriamo che il Dall’Agnol ha altri mezzi di procurare il sostenimento a sé e alla famiglia, perché possidente di vari campi e perché ritrae non piccoli vantaggi dalla sua officina di commestibili, godendo anche la privativa di sali e tabacchi.

Certi di favorevole e lodevole operato le baciamo umilmente le sacre vesti.

Firmati

Antonio Dall’Agnol

Angelo Menin

il vescovo, in data 4 giugno 1831 chiede l’intervento del commissario regio di Fonzaso che con lettera e documenti riservati così risponde il 25 dello stesso mese:

non mancai di prendere con tutto l’impegno l’argomento ma non emergendomi dalle informazioni che ho assunto…… che sussistano gli inconvenienti a lei rappresentati, io non so come farmi propositore di una misura che mi pare destituita d’appoggio.

E volendosi anco prendere dal lato religioso, come di dovere, la cosa non è poi l’osteria si vicina alla chiesa, come vuolsi dai ricorrenti Antonio Dall’Agnol e Angelo Menin che non vi sia di mezzo la regia strada e poi tutta la piazza dinanzi alla chiesa, e se questa osteria sussiste, come viene detto, da 50 e più anni, pare, che la vicinanza alla Chiesa da tanto tempo tollerato non possa essere di principale motivo di farla sopprimere. Avendo poi l’ostiere Giovanni Dall’Agnol accondisceso un mese fa a demolire con suo danno e sacrificio una nuova fabbrica, che sotto la tutela delle leggi aveva principiato ad innalzare in prossimità della Chiesa, e ciò unicamente per fare cosa grata agli abitanti di Fastro che se ne dimostravano disgustati, e per dare una pubblica testimonianza del suo religioso riguardo vi è ora da quei azionisti mal retribuito col ricorso a lei presentato, sì perché antichissimo è il di lui esercizio, si ché la demolizione della nuova fabbrica segui a patto che egli potesse unirla all’attuale sua osteria, che ottenne per tal modo il generale consenso della popolazione, si perché non sussistono gli accennati inconvenienti.

Firmato: il r. Commissario: Mengati

Monsignor Farina, allora prepara in data 1 luglio 1831 una nota di controrisposta che dice:

si riferisca che è riservato all’unità politica il conoscere e giudicare nella continuazione o no dell’osteria a termine dei veglianti regolamenti, ma è pure dell’autorità politica prevenire la perturbazione della religione non tanto per la santificazione delle feste …… Voluta da S.M. Quanto a togliere gli inconvenienti secondo il codice delle grandi trasgressioni, intimando all’oste quelle provvidenze che la saviezza del signor Commissario edotto del luogo e delle circostanze che ne verrà convenire. Si retrocedono le carte.

Estratto dalle disposizioni vescovili impartite dal vescovo Farina durante la visita pastorale a Enego effettuata dal 4 al 7 giugno 1831:

nella circostanza della sacra visita sono aggiunti alla vicaria di di Enego le due parrocchie di Fastro e di San Vito e Roveri che prima appartenevano alla vicaria di Mellame, da cui sono state stralciate.

————————————————————————————————-

 La visita pastorale di Federico Manfredini nella diocesi di Padova 1859-1865    a cura di Margherita Piva. Vol.1

 

 

 

S.Vito Modesto e Crescenzia San Vito e Roveri vicariato di Enego visita parrocchiale: 21 settembre 1861

 popolazione

 1. 600 abitanti

 2. Due medici in Arsiè per le frazioni; levatrici: due donne pratiche. (Le donne pratiche sostituiscono la levatrice di Arsiè a causa delle distanze)

 strutture formali

 chiesa parrocchiale: titolare ss. Vito, Modesto, Crescenzia; notizie storiche: fondazione antica, 1771 parrocchia, giuspatronato dei parrocchiani, restauro e mantenimento spettano al Comune di Arsiè.

 Archivio: stati d’animo del tempo dell’elezione a parrocchia; libri canonici e i civili.

 Le persone

 Sacerdote: Lamberto spada, nato ad Alano nel 1831, parroco.

 Fabbriceri nuovi non ancora istallati.

 vita religiosa e morale

 1. Atti di culto e forme di pietà: funzioni e devozioni di me tutto; esposizione Santissimo Sacramento: ogni domenica di Quaresima; processioni: ogni terza domenica del mese conS.S., festa del Rosario; via Crucis: ogni quarta domenica.

 2. Istruzione: una scuola comunale: un maestro.

 3. Osservazioni sul clero: il parroco si allontana talvolta dalla parrocchia senza provvedere di essere sostituito.

 4. osservazioni sul popolo: 300 ammessi alla comunione, tre non hanno fatto Pasqua: “uno lontano da 10 anni, due per causa piccola e privata” qualche abuso nel vino specie nelle feste ma in poche persone; qualche scandalo prontamente soppresso dal parroco; un celibe pratica una donna maritata forse convivente il marito: mancano le prove esterne.

 Decreto dispositivo

 riordinare effetti; sospeso all’altare San Giuseppe fino a completo restauro; accordarsi con autorità competenti per trasportare altrove il cimitero non offrendo il presente, quasi per la metà, modo di scavare le fosse per i morti.

 

 Sant’Antonio Fastro  visita pastorale del 19 settembre 1861

 strutture formali

 1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale.

 2. Stato patrimoniale: lo stato di beneficio deve darlo l’amministratore ecclesiastico di Fonzaso.

 Le persone

 sacerdote: Liberale Cavalli, parroco (durante la visita personale del vescovo non può esibire la bolla di istituzione perché bruciata nel 1848 dai Croati.

 Fabbriceri: ce ne sono tre.

 vita religiosa e morale

 osservazioni sul clero: “il parroco è vecchio e impotente ad assistere gli ammalati, dalla visita personale del vescovo ai fabbriceri, i quali, interpretI del desiderio della maggior parte della popolazione, chiedono un vicario.

 Decreto dispositivo

 riordinare effetti; libri canonici e i civili: eseguire quanto prescritto in calce; rinnovare stato d’anime.

 

 visita pastorale del vescovo Giuseppe Callegari nella diocesi di Padova 1884-1886

A cura di Filiberto Agostini vol 1

Sant’Antonio da Padova  Fastro

natura

i confini della parrocchia distano appena 40 m dalla parrocchiale di Primolano, 1 km da San Vito e Roveri, 3 km da Mellame.

Popolazione

1. Abitanti: 818 (532 ammessi alla comunione), le famiglie sono 125.

2. Sanità: le mammane abilitate hanno domicilio ad Arsiè e a Cismon, le abusive, sufficientemente istruite, abitano in paese; i medici Rosanelli Enrico di Arsiè e D’ana Giuseppe di Cismon non avvisano pertanto se ne occupano i parrocchiani.

3. Istruzione: esiste la scuola mista: il maestro abita a Mellame, è un buon cristiano e insegna la religione; il parroco fa lezione ogni “sabbato

Struttura formale

luoghi di culto: chiesa parrocchiale: a) titolo: Sant’Antonio da Padova (13 giugno) b notizie storiche: se accolta da una frana caduta tra i monti sovrastanti 1748, riedificata 1763, parrocchiale 1816, restaurata più volte, ultimamente 1882; c) tre altari, l’interno è in buono stato, l’esterno necessita di restauri per eliminare la grande umidità causata dal contiguo cimitero, canonica: al piano superiore c’è in condizioni soddisfacenti, mentre al piano terra la legnaia e la camera che il cane va è solamente di nome abbisognano di restauri radicali. Il cimitero è troppo piccolo, non figurano oratori pubblici

persone

1. Sacerdoti:Paganini Agostino, nato ad Asiago 1850, parroco.

2. Fabbriceri: Dall’Agnol Valentino, Saccaro Valentino, Dall’Agnol Giovanni, Brandalise Giovanni.

Vita religiosa e morale

1. Predicazione: ogni domenica alla messa parrocchiale.

2. Dottrina cristiana: il vescovo dichiara che i fanciulli sono abbastanza istruiti.

3. Atti di culto e forme di pietà: orario della messa festiva: circa un’ora dopo l’alba; b) mese di maggio: non si fa per la particolare condizione del paese che a quel tempo attende alla viticoltura unica sulla risorsa.

Osservazioni sul clero: i fabbriceri apprezzano l’impegno pastorale del parroco, ma censurano il suo contegno civile, cacciandosi di troppa sostenutezza e misantropia.

Osservazioni sui fabbriceri: operano concordemente con il parroco e meritano una lode amplissima.

Osservazioni sull’sacrestano: il parroco lamenta che lascia qualche volta a desiderare in quanto a premura e specialmente nel procurare la necessaria pulitezza e di decenza negli arredi sacri.

Osservazioni sul popolo: 25 fedeli omettono di fare Pasqua per freddezza e pigrizia, gli amoreggiamenti sono troppo facili, ma non c’è nessuno scandalo; la frequenza alle funzioni e edificante. La moglie di certo Grando Pietro oste, da sicuro ospizio a meretrici forestiere, pascolo infame della Guardia di Finanza, questo reca uno scandalo spaventoso al paese. Si aggiunga che una sorella della suddetta ostessa, maritata, il cui marito è bracciante in America, pratica questa osteria, tratta troppo liberamente con le suddette guardie …… Si tentò allora con modi severi e questo da parte della fiorentissima Società Cattolica di mutuo soccorso che vietò ai soci di entrare in un’osteria, ma tutto inutilmente, anzi lo scandalo aumentò …… Presso la Chiesa abita certa Chinigher Luigia , vedova di un ex guardia e lavandaia nelle caserme, che dà motivo di scandalo per le continue relazioni con le guardie. Anche i genitori sono rimproverati, perché non sorvegliano sufficientemente i figli specialmente durante il tempo degli amoreggiamenti poichè vengono lasciati soli fino a sera già inoltrata.

Dichiarazione e decreto

il vescovo si dichiara soddisfatto: le condizioni della Chiesa sono buone ed è sufficientemente provvista di arredi. Pag 24-27

——————————————————————————————————————–

Visita pastorale del vescovo Giuseppe Callegari vella diocesi di Padova 1884-1886

A cura di Filiberto Agostini vol 1 pag 34

Santi Vito Modesto e Crescenzias. Vito 16 sett 1885

Popolazione

1. Abitanti: 636 (447 ammessi alla comunione): contadini dal primo all’ultimo.

2. Sanità: la mammana è “vecchia, decrepita, inabile e inetta” ” il medico non avvisa.

3. Istruzione: esiste la scuola mista.

Struttura formale

1.Luoghi di culto: chiesa parrocchiale titolo santi Vito Modesto e Crescenza divenuta parrocchiale nel 1771, tre altari, a detta dei fabbriceri la chiesa sarebbe da temere qualche inconveniente.

persone

1.Sacerdote:Pizzato Antonio, nato a Fontanelle nel 1848, parroco.

2. Fabbriceri: Tonin Modesto, Strapazzon Matteo, Strapazzon Luigi.

Vita religiosa e morale

1. Predicazione: alla messa parrocchiale.

2. Dottrina cristiana: frequentano circa 100 fanciulli; il parroco chiama i giovani specialmente, che starebbero volentieri a conversare e schiamazzare intorno alla chiesa e canonica…… Nell’inverno la scusa del freddo, d’estate del caldo serve a farli uscire, specialmente i giovani, con rincrescimento del parroco, ora non vederli più nelle feste susseguenti. E, il vescovo trova i fanciulli abbastanza bene istruiti.

3. Atti di culto e forme di pietà: a) orario della messa festiva: all’alba; b) mese di maggio: non si fa per la distanza delle case e delle occupazioni delle di popolazione, che va in quella stagione a lavorare i propri campi, non ritornando a casa che allora di notte;d) battesimo: anche il giorno della nascita;e) funerali: non c’è alcuna distinzione tra ricchi e poveri.

4. Associazioni pie: figlie di Maria con 42 ascritte; terzo ordine francescano con un uomo e 32 donne.

5. Osservazioni sul clero: il giudizio è favorevole.

6. Osservazioni sui fabbriceri: dimostrano premura.

7. Osservazioni sul popolo: ci sono sei inconfessi.

Dichiarazione e decreto

1. Il vescovo è soddisfatto.

2. Ridurre il piviale a doppio velo.

————————————————————————————————-

La visita pastorale di Luigi Pellizzo nella diocesi di Padova 1912- 1921 volume primo a cura di Antonio Lazzarini edizioni di storia e letteratura Roma 1973

libro proveniente dalla biblioteca civica di Bassano

 

San Vito

diario della visita: 9 novembre 1914 pag 645

struttura formale

1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale intitolata a Santi Vito, Modesto e Crescenzia, martiri; pertinenze: due altari (santi Vito Modesto e Crescenza, Beata Vergine del Rosario); oratorio pubblico dei santi martiri Vito Modesto e Crescenza.

2. Stato patrimoniale: fabbriceria: la Chiesa vive di elemosine; cassa anni: L. 100 circa, erogate in messe e ufficiature.

Le persone

1. Sacerdote: Pizzato Antonio, parroco e vicario foraneo.

2. Fabbriceri: Tonin Domenico, anni 50 (da cinque), Strappazzon Giovanni, anni 64 (da 14), Strappazzon Vincenzo, anni 56 (da 14).

Vita religiosa e morale

1. Dottrina cristiana: il vescovo nota alla buona istruzione dei fanciulli.

2. Opere educative e assistenziali: asilo infantile, re o da alcune suore dorotee.

3. Osservazioni sul clero: il parroco gode ottima stima e è ben visto da tutti.

4. Osservazioni sul popolo: corrisponde volentieri.

Dichiarazione e decreto

1. Ci si dichiara “molto soddisfatti”.

2. Pulire i lanternini e una busta, foderare o dipingere interamente di bianco e il battistero e moderno di cancello; opporre il crocifisso alla croce da morto.

————————————————————————————————-

Fastro

Diario della visita: 10 novembre 1914 pag 646-647

Popolazione: abitanti: 990.

Struttura formale

1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale titolare Sant’Antonio da Padova, notizie storiche: ultimata 1765, allungata 1909, restaurata 1913, cinque altari (Sant’Antonio da Padova, Beata Vergine, Sant’Antonio abate, Madonna di Pompei, santa Agnese).

2. Stato patrimoniale: fabbriceria entrate non precisate da cartelle di rendita e elemosine, cassa anime: entrate L. 200 circa, erogate in messe e ufficiature,

3. Beneficio parrocchiale: entrate L. 919 da affitto di vigneto e prato (200), assegno comunale (119), supplemento di congrua (600), oltre a un staio feltrino di granoturco e una slitta di legna da ogni famiglia; uscite: L. 200 per tasse, oltre a due ufficiature dal legato e dall’onere di pane e mezzo litro di vino.

Le persone

1. Sacerdote:Frigo Luigi, parroco.

2. Fabbriceri: Dall’Agnol Bortolo, gli anni 53 (da 12); Bandalise Costante, anni 43 (da 12), Dall’Agnol Antonio.

Azione cattolica

società di m.s.: Fa tutto da sé, senza l’opera del sacerdote, il quale poi non vuole entrarvi prima che non sia ogni cosa in ordine.

Vita religiosa e morale

1. Predicazione: il parroco spiega il Vangelo ogni domenica.

2. Dottrina cristiana: è tenuta dal parroco ogni festa, ogni giorno in Quaresima e in qualche altro periodo, le classi sono divise in modo che ogni maestra abbia non più di 10 ragazzi, d’inverno viene fatta dal parroco nelle scuole, dopo l’insegnamento delle maestre comunali; il vescovo nota l’impegno dimostrato nell’istruzione dei fanciulli.

3. Prima comunione: sono ammessi tutti coloro che hanno compiuto i sette anni, comunione agli ammalati cronici: si porta nelle feste principali e ogni volta che l’ammalato lo desidera, viatico agli infermi: si aspetta, se possibile, l’imbrunire, sia per avere una bella processione, sia perché alla sera la via unica in paese e meno frequentata e perché ancora è lodevole costume che tutte le case poste sul pendio della montagna fanno una bella, simpatica, commovente illuminazione a Gesù che passa. Funerali: ufficiature e messa cantata sia per i ricchi che per i poveri.

4. Opere educative e assistenziali: asilo infantile e scuola di lavoro, diretti da cinque suore delle figlie di San Giuseppe di Venezia.

5. Osservazioni sul clero: il parroco è stimato, non ha nemici e compie bene i suoi doveri.

6. Osservazioni sul popolo: si presta per la Chiesa: vi è anche un’apposita commissione per le questo punto

La stampa

1. Buona: la libertà tre copie; il Berico quattro, la difesa del popolo 12, pro famiglia tre.

2. Cattiva: il Gazzettino due copie.

Dichiarazione e decreto

1. Ci si dichiara “soddisfatti”

2. Porre fuori uso un paramento, aggiungere al messale le messe recenti, munire di cancello e il battistero di. Oratorio delle suore: eliminare il ripostiglio sotto l’altare; assicurare meglio la porta usata come confessionale, una stola un po’ logora.

Prima del della visita pastorale il parroco di Fastro invia una lettera al vescovo (9 maggio 1912) sollevando un problema di confini, per cui i parroci di Fastro e di Mellame sono in contrasto: ognuno sostiene infatti di avere il diritto della benedizione delle case poste sulla montagna detta Spianisighe, in quanto si trovano nella sua parrocchia. Don Frigo chiede al vescovo di definire la questione perché la popolazione di Fastro comincia a mormorare contro il suo parroco, accusandolo di trascurare i propri diritti.

————————————————————————————————-

subito dopo la fine della guerra il vescovo di Padova, per motivi pastorali, aveva diramato a tutti i parroci della diocesi di un accurato questionario nel quale i parroci erano invitati a relazionare sugli avvenimenti accaduti nella loro parrocchia durante il conflitto mondiale, questa la relazione dell’allora parroco di Fastro

Parroci e resistenza nei vicariati di Fonzaso e di Quero

Pierantonio Giois

Istituto storico bellunese della resistenza e dell’età contemporanea aprile 2002

biblioteca comunale di Alano di Piave

Parrocchia di Fastro

relazione di Don Antonio Graser (senza data)

Parte morale

nel periodo di guerra succitato, in questa parrocchia vi furono né prigionieri, né internati, né poveri bisognosi, ad eccezione di due famiglie che furono assistite dall’ente comunale di assistenza, dalla giornata caritativa e in modo particolare dalle oblazioni dei parrocchiani. Sfollate vi erano poche persone, provenienti da Milano, una oriunda da Fastro, e quindi sono rientrate nelle proprie famiglie.

Nel 1944, in marzo fu tenuta una missione al popolo, nel mese di ottobre, nella prospettiva preoccupante di giornate fosche, fece un voto solenne di fare celebrare per un anno e poi per tutta la durata della guerra una Santa messa quotidiana in onore di Sant’Antonio, con la elemosina superiore di lire cinque alla tassa diocesana. Perché il Santo volesse ottenere la grazia di risparmiare la parrocchia all’errore e sogna il ritorno del paradiso terrestre.

Parte materiale

i parrocchiani, pressati, non hanno voluto impegnarsi a concorrere a: allargare il presbiterio; provvedere la Chiesa di un armonioso organo; disporre l’altare maggiore per essere atto alla consacrazione della chiesa; elevare di un piano la parte nuova della canonica del lato nord.

La Chiesa per il rilevamento di mine per opera della quinta armata americana ha subito la rottura di quasi tutti i vetri delle finestre e di circa 1000 colpi sul tetto.

Parte personale

il parroco la domenica 29 aprile 1945, alle 14.00 dalle truppe tedesche in ritirata fu alleggerito della bicicletta e all’indomani della liberazione (1 maggio 1945) un partigiano armato di mitra in compagnia di due altri soci verso le nove del mattino, si presentò in canonica e intimò al parroco l’uccisione entro due ore delle galline e il loro allineamento sulla strada, sotto pena di uscire dalla canonica portato da quattro. che reato aveva fatto il parroco? La domenica precedente aveva, come al solito, suonato le campane per la messa. Chi era il grande uomo? Certo Cason di Primolano, che si spacciava per il comandante di tutta la zona all’intorno (era invece un partigiano intruso): al parroco aveva anche detto: è venuto il tempo in cui è finito anche per voi preti.

Parrocchia di Arsiè

relazione di Don Francesco Pizzolotto (30 novembre 1945)

Parte personale

a)per vicende di guerra nessun parrocchiano abbandonò la parrocchia. Questa parrocchia non ebbe nel suo territorio alcuna azione bellica, eccezione fatta per il bombardamento aereo del ponte di Arsiè sul Cismon. Da località diverse vennero ad abitare qui tre famiglie ritenendo Arsiè posizione più sicura e tranquilla. Si ebbero 50 prigionieri in Africa, America, Inghilterra, Germania, Russia. Ritornarono tutti. Dalla Russia è ritornato uno solo Faoro Gino, “Gnolè”, unico di tutto il Comune. Nessuno fu internato. I poveri della parrocchia furono assistiti con le ordinarie risorse della parrocchia. Nel 1940 fu qui per cinque mesi il 71 reggimento fanteria italiano. Nell’autunno 1944 i tedeschi iniziarono i lavori di fortificazione, gallerie, postazioni. Tutti gli uomini furono obbligati a lavorare inquadrati nella organizzazione “Todt”. Furono condotti qui molti operai della zona feltrina, dei quali una parte venne spontaneamente, una per forza: erano questi ultimi i corsi detti “rastrellati” e vennero adibiti alla costruzione di un fosso anticarro a “Mezzavia”.

b) nel 1940 si istituì la messa festiva per il soldato. Nell’inverno 1944- 1945 fu istituita la messa festiva per gli operai alle 5.00 pomeridiane, dato che si lavorava tutta la giornata festiva. L’esito fu buono. Si tennero così corsi di predicazione di istruzione sociale conforme alle direttive dell’azione cattolica. Nel 1943 gli fu la visita pastorale concorso di predicazione in preparazione della medesima.

c) la permanenza di soldati ed operaie per lunghi mesi portò da anni innegabili alla vita morale, ma non di carattere generale. Non vi furono gravi scandali pubblici, vendette, uccisioni, furti, rapine ecc.

d) il pericolo più grave fu rappresentato dalla diabolica propaganda comunista fatta da emissari provenienti da Bologna, i quali ebbero l’ufficio di commissari nelle formazioni partigiane per la lotta contro i tedeschi. Si riuscì a circoscrivere in parrocchia la propaganda comunista: non così nelle parrocchie vicine. Ebbero qui più diffusione le idee socialiste. Si combatte comunismo e socialismo con conferenze per uomini e ragazzi, tenute settimanalmente in teatro, e con conferenze per donne e ragazze, tenute ogni domenica presso l’asilo. L’esito dell’iniziativa è molto confortante.

e) 11 novembre 1944. Primo bombardamento aereo del ponte di Arsiè ad ore 13.30. Due feriti leggermente e un breve tratto di parapetto del ponte, ha rotto. Cadute 12 bombe.

25 febbraio 1945, 15.15: vengono lanciate 20 bombe. Lesionate le case vicine al ponte: nessun danno a persone né alla stabilità del ponte.

1 maggio 1945. Battaglia tra partigiani e tedeschi, conclusa alla sera con l’intervento delle truppe americane e dei carri armati americani. Morti cinque partigiani, due donne, 15 tedeschi, diversi feriti. Circa duecento tedeschi fatti prigionieri. Alla sera del 1 maggio 17.00 tutto era finito.

Parte materiale

a) per ottenere la salvezza del paese si fece voto alla Madonna di fare solenni feste in suo onore a guerra finita e si fece voto di eseguire il pavimento del coro, la modifica dell’altare maggiore e del tabernacolo di detto altare. Spesa prevista lire 200.000. Il lavoro è a buon punto. A lavoro ultimato con le offerte dei fedeli sarà coperta la spesa.

b) nei bombardamenti aerei sopra citati per lo scuotimento causato dalle esplosioni andarono rotti alcuni vetri della chiesa parrocchiale. Nella battaglia del 1 maggio fu rovinato il coperto degli oratori Padovan e San Michele. Andarono rotti i vetri e nell’oratorio di San Michele vi fu qualche danno anche ad un muro.

c) indicava Usa dei bombardamenti aerei andarono rotti alcuni vetri in canonica e così pure nella sala teatrale. Totale: 10 m² di vetri. Dalla sala teatrale furono asportate numero 80 sedi. Il danno fu regolarmente denunciato.

d) la casa della dottrina cristiana fu adibita a sede del municipio nel luglio 1944, quando i tedeschi occuparono il palazzo municipale e lo trasformarono in caserma. Non furono stipulate condizioni, ma si dovette subire l’imposizione dei tedeschi. Lo stabile fu l’lasciato libero nel settembre 1945. Il municipio fece dare la spinta ai muri e lasciò l’impianto di luce elettrica, che prima non esisteva. Nessun altro compenso finora.

e) dei danni sopra nominati (chiesa-canonica-oratori-sala teatrale) fu fatta regolare denuncia. Finora nessun risarcimento.

f) i danni suddetti (chiesa-canonica-sala teatrale) furono riparati a cura e spese della parrocchia. L’ oratorio di San Michele e l’oratorio Padovan furono riparati a spese dei comuni per quanto si riferisce al coperto. La spesa per vetri nei due oratori, la tinteggiatura e la riparazione di un muro nell’oratorio di San Michele sarà sostenuta dal Comune.

Parte personale

i sacerdoti della parrocchia non ne ebbero a soffrire nessun danno: non furono allontanati, non subirono vessazioni. In complesso furono rispettati. In canonica di Arsiè si rifugiarono i sacerdoti di rocca durante il famoso rastrellamento del Grappa nel l’agosto 1944. Il clero fu all’altezza dei bisogni e dell’ora in ogni vicenda sia per quanto si riferisce alla popolazione, quanto ai rapporti con operaie, partigiani, truppe italiane, tedesche, americane.