Storia di Cismon del Grappa (Parziale, seguiranno aggiornamenti)

La visita pastorale del vescovo Francesco Scipione Dondi Dall’Orologio nella diocesi di Padova 1809-1919

a cura di Agnese Lauretta Coccato

Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa pag 238-251

Cismon 14 settembre 1816

popolazione

1.abitanti: 954 (581 capaci di comunione).

2. Sanità:1) commadre allevaressa 1: Antonia Beraldin Gobbo, comune, approvata; b) medici uno: Giovanni Ganzer, medico condotto, fa il suo dovere per far ammi-

far amministrare nei bisogni i sacramenti”.

Struttura formale

1.Luoghi di culto:1) chiesa parrocchiale: a) titolo: Santa Maria;b) notizie storiche: “si rileva dal catasto che nel 1313 è stata rinnovata l’investitura della parrocchia dai monaci benedettini di Mantova”; è consacrata;c) pertinenze: cinque altari (San Marco, Santa Maria del Pedancino, beata Vergine del Rosario, beata Vergine Carmelitana, santi Valentino e Antonio), e), reliquie: legno della Santa Croce, San Marco, San Antonio, San Valentino e Antonio abate; d) privilegi e indulgenze: è privilegiato l’altare di Santa Maria del Pedancino, questo altare ha l’indulgenza plenaria per concessione dei pontefici, in vari giorni dell’anno, all’altare della beata vergine del Carmine vi è indulgenza plenaria perpetua.

2.Stato patrimoniale: beneficio parrocchiale: entrata di lire 655,66 da decine e livelli; aggravi di lire 232,56; rendita netta di lire 423,10.

Le persone

1.Sacerdoti:Cecconello Niccolò, di Cismon, parroco, eletto dal popolo per presentazione il 10 gennaio 1796 e approvato dalla curia il 27 settembre 1796, anni 51.

Scotton Giuseppe nato a S. Nazario, cappellano di anni 35.

Vita religiosa e morale

1.dottrina cristiana: è tenuta nella Chiesa dal parroco ed al cappellano, i maschi divisi dalle femmine; conta 30 fanciulli, fanciulle 30, maestri 10, maestre 10.

2. Confraternita del Santissimo Sacramento: eretta presso l’altare di San Marco.

Disposizioni del vescovo

tenere ben custodito il cimitero; aggiornare il messale con le nuove messe.

——————————————————————————————

 La visita pastorale del vescovo Modesto Farina nella diocesi di Padova (1822-1839)

A cura di Pio Pampaloni

edizioni di storia e letteratura Roma 1983 pag 945- 946

Cismon

Data della visita: 12 maggio 1832. Nella circostanza si ebbero 210 comunioni e 450 cresimati

Popolazione

1. Abitanti 1081; maschi 585, femmine 496; ammessi alla comunione 738.

2. Sanità: a) medici due: medico fisico condotto domiciliato a Valstagna e chirurgo condotto domiciliato in Cismon; b) levatrici uno: “provvisoria”

3. Istruzione: scuola elementare pubblica; maestro: il cappellano Scotton don Giuseppe, “abilitato”

Struttura formale

1. Luoghi di culto:1. Chiesa parrocchiale: a) titolo: S. Marco; b) notizie storiche: la chiesa fu riedificata nel 1749 e consacrata nel 1774; c) pertinenze: altari cinque: del Santissimo; con pittura della Beata Vergine detta del Pedancino. De santi Valentino e Antonio abate, della Beata Vergine del Rosario e della croce, della Beata Vergine del Carmine; confessionali cinque, pulpito, organo, campanile con tre campane, cimitero “poco lontano dall’abitato”.

2. Nessuna chiesa sussidiaria od oratorio.

Stato patrimoniale:

beneficio parrocchiale: netto lire austriache 509,57.

Legati: non ve ne sono.

Associazioni:

La confraternita del Santissimo “non è in attività” ma alcuni devono accompagnare il Santissimo nelle processioni con candele fornite dalla fabbriceria dietro corresponsione annua di soldi 24.

Archivio.

1.Stati d’anime 2.

2.Libri canonici e civili.

3.Catasto parrocchiale del 1313, riformato nel 1774.

Persone

1. Sacerdoti 2: Cecconello Niccolò, nato a Cismon, anni 68, parroco; Scotton Giuseppe, nato a Sanazzaro, anni 50, cappellano.

2. Fabbriceri 3: Martinato Giacomo, presidente; Zanella Antonio: tesoriere, Rizzon Zuane.

Vita religiosa e morale

1. Celebrazioni di culto e le forme di pietà: 2. Messe d’obbligo: nessuna.

2. Devozioni: a) istituite dal popolo per voto: funzione detta di Sant’Antonio abate il 17 gennaio, di San Valentino il 14 febbraio, detta “del terremoto”, a commemorazione della traslazione della Beata Vergine del Pedancino il 18 agosto; ogni mattina e sera recita del Rosario.

Organizzazione catechistica:

1. Maestri 14, maestre 12; fanciulli 50, fanciulle 45.

2. Gli adulti sono istruiti dal parroco o dal cappellano.

Osservazioni sul popolo:

1. Nessuna nozione da fare.

Disposizioni

sia incitato il parroco a proporre alla curia vescovile il “capitolato” per l’erezione canonica della confraternita del SS.mo.

2. Il vicario foraneo è invitato a prendere gli opportuni concerti col parroco di Cismon per la destinazione di un vicario parrocchiale che lo assista nella sua “provetta” età nel disimpegno delle sue funzioni, salvi i riguardi dovuti al benemerito parroco e alla condizione del beneficio parrocchiale, potrebbesì trasferire altrove l’attuale cappellano già avanzato in età e quindi meno capace di prestare attivo servizio alla parrocchia stessa.

Primolano

data della visita 11 maggio 1832. Nella circostanza si ebbero 160 comunioni e 180 cresimati.

Popolazione

1.abitanti: anno 1828:283 (maschi 158, femmine 125) anno 1831:332 (maschi 184, femmine 148).

2.Sanità: medici uno:Negrello chirurgo condotto di Valstagna; levatrici una: non approvata.

3. Istruzione: scuola elementare per i fanciulli; maestro: il parroco con stipendio di lire austriache 170; ragazzi atti alla scuola 30, ne frequentano 24; nel 1831 non esiste alcuna scuola pubblica a causa dell'” tenuissimo” stipendio, così i genitori, fanno educare e istruire i loro figliuoli e gli vuole privatamente.

Nel 1832 vi sono due scuole private; maestri: per i maschi Taverna Giacomo, per le femmine: Zannoni Sartori Girolima, gli emolumenti dipendono dalla volontà dei genitori, ma per lo più si sostengono gratis.

Struttura formale

luoghi di culto:

Chiesa parrocchiale: titolare San Bartolomeo ap.

Notizie storiche: di fondazione assai antica, consacrata nel 1697, è piccola e in parte cadente, pende istanza per l’approvazione del restauro.

Pertinenze: altari 3: del SS.mo, con pala antichissima, della Beata Vergine del Rosario con statue in legno di San Domenico e Santa Rosa, di San Sebastiano: con statue in legno di San Simone e di San Rocco. Confessionale, campanile: “rovinoso”, campane 3, cimitero: antico, situato attorno alla chiesa, non sufficiente ma si attende l’approvazione di uno nuovo.

Persone

1.Sacerdoti 1: Sandonà Giovanni, nato a Caltrano, anni 35, parroco dal 1829 eletto dai voti del popolo.

2. Fabbriceri 3:Biotto Beniamino, Sartori Luigi, Frintecaglia(!)Vittore.

Osservazioni sul popolo:

1.Abusi, scandali e vizi comuni in ogni parrocchia.

———————————————————————————————-

Premessa: una legge del 16 aprile 1839 stabiliva che i terreni comunali, e prima di tutto gli incolti destinati al pascolo, fossero trasferiti ai privati. L’alienazione poteva avvenire per vendita, per enfiteusi, o per quotizzazione tra tutti gli abitanti domiciliati nel comune ( che allora erano chiamati comunisti), ma quest’ultima soluzione era possibile solo quando i comuni non erano gravati da debiti. Tale legge voluta dai proprietari veneti e friulani che vedevano, nei pascoli comunali, luoghi deserti e sterili che avevano bisogno di passare in mano private per diventare civili e produttivi. Questo processo di trasformazione in direzione capitalistica di campagne e pascoli non si impose facilmente, ma dovette piegare una prolungata e ostinata resistenza. La quantità di terre censite da mettere all’asta nel Veneto ( che allora comprendeva anche le attuali province di Udine e Pordenone) superava il mezzo milione di ettari, la distinzione giuridica che li divideva tra beni patrimoniali, posseduti dai comuni ,e tra beni regi, concessi in usufrutto dall’erario, non muta il loro utilizzo collettivo. Su tutti questi terreni pianeggianti o montani generalmente il pascolo era consentito a tutti per circa sette mesi, dall’ultimo taglio di fieno fino al 25 aprile festa di San Marco, inoltre era consentito su tutte le terre comunali l’approvvigionamento, più o meno furtivo di legna che era permesso ovunque e a tutti gli abitanti. Come i comuni cominciarono a dare esecuzione alla legge, organizzando le aste pubbliche, partì la resistenza prima, e la ribellione poi, dei villici che si sentivano defraudati da un loro diritto esercitato da tempo immemorabile. Furono riesumati antichi documenti del patriarca di Aquileia o decreti della Repubblica Veneta riconfermati di secolo in secolo, tali atti prescrivevano che i terreni incolti fossero lasciati in uso a tutti i membri della comunità, e vietavano espressamente la loro alienazione. Le pretese dei contadini non erano dunque immaginarie, ma si fondavano su diritti effettivamente goduti e legalmente sanciti.

Scoppiarono incidenti ovunque: Seren, Sospirolo, Limana in provincia di Belluno, Arsiero, Schio, Cismon nel Vicentino, le più vibranti proteste si registrarono a San Daniele del Friuli dove per riportare l’ordine 150 soldati occuparono il paese per 6 mesi, il picco si registrò nel 1848 dove la protesta si accodò alla rivoluzione, ma sconfitta tale rivoluzione le proteste contro le alienazioni dei beni comunali si diradarono.. A Venezia dopo il 1850 vennero portati a conoscenza due soli attruppamenti avvenuti a San Stino nel 1851 e a Cismon nel 1860. I parroci leggevano gli avvisi e i decreti dall’altare e nessuno si rifiutò mai di adempiere al compito di funzionario statale. Il delegato di Bassano convocò in loco una riunione con tutti i parroci della vallata del Brenta, e disse: che a loro s’aspettava colle insinuazioni e col dialetto ch’io non possiedo raddrizzare i principi degl’ignoranti e indurre i torbidi per il loro meglio all’obbedienza. Il clero presentò differenziazioni al suo interno, chi cooperò alle pratiche dell’alienazione, in altri casi come a San Daniele e a Cismon i commissari governativi lamentarono la scarsa collaborazione dei parroci locali. A Cismon l’asta pubblica si tenne il 10 dicembre 1860 e subito scoppiarono tumulti tendenti a cancellarla, la protesta a Cismon venne giustificata proprio con l’autorità del prete, come dissero alcune donne al commissario distrettuale: il pievan ha detto “ se i ve tol la campagna restè senza gnent”. Il braccio di ferro durò tre ore e finalmente l’asta andò sospesa e la folla si tranquillizzò sicura del successo ottenuto. Successo effimero, a distanza di due settimane le guardie arrestarono di notte i principali caporioni: trenta Cismonesi finirono in carcere a Bassano dove scontarono un mese di detenzione. Quello di Cismon è l’unico caso in cui il parroco intervenne nel corso dell’attruppamento, dimostrando quale fosse la sua influenza sui contadini. Mentre la piazza era affollata il commissario distrettuale, toccava sempre a lui districare la situazione, corse a chiamare il parroco pregandolo di usare la sua influenza per calmare quella moltitudine Dice il commissario:

esso assicurò di ottenere tale scopo, ma alla condizione della ripartizione dei beni comunali: cui io mi opposi, gli dichiarai poscia che avea disposto il richiamo della forza militare ad esclusivo carico dei comunisti, misura cui accordava brevi istanti per addossarla. Il parroco si portò tra la moltitudine e la calmò con poche parole, ma senza che si ritirasse, poscia con esso mi feci all’ufficio della deputazione, e liberammo quelli che vi erano ritirati, i quali nell’uscire due tra cui un deputato furono percossi ma tosto difesi.

Per quanto si sappia nessun altro tra il clero, tranne il parroco di Cismon, difese esplicitamente gli obiettivi dei tumulti. Ma è altrettanto certo che il clero non si allineò sempre prontamente alle direttive delle autorità e quando lo fece non mostrò eccessiva convinzione,quando succedeva una protesta davanti al municipio, il prete non si faceva mai vedere e per intervenire per calmare gli animi si faceva pregare più volte. La parrocchia non era solo una struttura religiosa ma contemporaneamente unità anagrafica, scolastica e assistenziale. In occasione della vendita dei beni comunali il parroco dovette districarsi tra autorità e contadini. I commissari chiedevano al prete di leggere in chiesa i decreti statali, e i contadini di farsi da tramite delle loro richieste. Le varie autorità lo volevano docile funzionario, e i contadini il loro portavoce e rappresentante, in quanto, almeno inizialmente, lo consideravano dalla loro parte. Ovvio che in momenti di tensione sociale era impossibile mantenere una posizione equidistante e finiva sempre ad scontentare qualcuno.

Pietro Brunello Ribelli, questuanti e banditi proteste contadine nel Veneto e in Friuli 1814-1866 Marsilio editore pag 8

——————————————————————————————————————-

 La visita pastorale di Federico Manfredini nella diocesi di Padova (1859-1865) volume uno

 a cura di Margherita Piva

 San Marco,  Cismon  vicariato di Enego   data della visita 22 settembre 1861

 Popolazione

 1. 1540 abitanti: 800 maschi.

 2. Sanità: medico Stefano De Vittori.

 Strutture formali

 1. Luoghi di culto:1) chiesa parrocchiale: titolo San Marco;2. Notizie storiche: fondazione ignota, 1749 di edificazione, 1774 consacrazione, gius patronato del Comune cui spetta a restauro e mantenimento;3. Pertinenze: parla: santi Marco e Giustina, “di gran pregio”. 4. Oratorio nuovo della beata vergine della salute presso il ponte.

 2. Stato patrimoniale:1) attivo depurato del parroco: L. 509, 57; attivo del cappellano: L. 600 dal Comune.

 3. Associazioni e opere pie:1) scuola del Santissimo Sacramento: 30 confratelli.2) pia aggregazione alla scuola del Santissimo Sacramento e del Carmine: segue la processione con candele.

 4. Archivio: elenchi stati d’anime; registri canonici e civili; catasto parrocchiale: 1313 istituito, 1774 riformato.

 Le persone

 sacerdoti: Giovanni Strazzabosco, nato a Asiago di anni 49 parroco; Giovanni Dal Maso anni 41 cappellano curato.

 Fabbriceri: il parroco presiede; Anselmo Martinato; Giacomo Vanin; Pietro Martinato.

 Vita religiosa e morale

 1. Atti di culto e forme di pietà: messe d’obbligo le festive pro populo. Feste e funzioni consecutive; beata vergine del Pedancino; Sant’Antonio abate, San Valentino: entrambe di voto.

 2. Organizzazione catechistica: 100 fanciulli, 80 fanciulle, 14 maestri, 12 maestre; istruzione adulti.

 3. Istruzione: una scuola elementare comunale: direttore il parroco, 50 alunni, un maestro, dottrina cristiana quasi ogni giorno.

 4. Osservazioni sul popolo: al 90 ammessi alla comunione.

 Decreto dispositivo

 riordinare effetti; libri canonici e civili: eseguire quanto prescritto in calce; oratorio al ponte: aggiungere a immessa agli le messe nuove e nuovissime.

 —————————————————————————————————————-

 Primolano San Bartolomeo  visita pastorale 18 settembre 1861

 popolazione

 1. 368 abitanti: 197 maschi.

 2. Sanità: medico condotto Francesco Fiorese; 1 levatrice.

 Strutture formali

 1. Luoghi di culto: chiesa parrocchiale: titolare San Bartolomeo apostolo; 2. Notizie storiche: fondazione antichissima, 1697 consacrazione, giusto patronato comunale, resta a uno e mantenimento spettano al Comune, ora è nel massimo disordine, richiede ampliamento;3. Pertinenze: di qualche pregio la pala all’altare maggiore.

 2. Stato patrimoniale:1) consultivo fabbriceria nov. 1845-ott. 1846: attivo: somme esposte dalla fabbriceria: di competenza annuale 1329.84, parte esatta 360. 29, parte da esigersi 968.56 da: restranze attive, livelli, introiti di sacrestia e queste, cassa morti, titoli diversi; somme ritenute dalla ragionateria: di competenza annuale 2573.61, parte esatta 1554.69, parte da esigersi 1018. 92; passivo: somme esposte dalla fabbriceria: di competenza annuale: 1479. 30, parte pagata 413. 47, parte da pagarsi 1065.83 per: restranze passive, ufficiature, manutenzione chiesa, ufficiature morti, varie; somme ritenute dalla ragionateria: di competenza annuale 3001.92, parte pagata 413.47, parte da pagarsi 2588.45.

 3. Archivio: stati d’anime dal 1760; libri canonici dal 1637.

 Le persone

 sacerdote: Giuseppe Frigo, nato a Asiago, anni 46 parroco. 2 chierici.

 Fabbriceri: Beniamino Biotto, Bernardo Giotto, Angelo Sartori.

 Vita religiosa e morale

 1. Atti di culto e forme di pietà: messe d’obbligo 220 oltre alle festive e a quelle degli apostoli. Feste e devozioni: Santa Croce; processioni: Corpus Domini e terza domenica del mese con l’esposizione del Santissimo Sacramento, prima domenica del mese in onore della Beata Vergine festa del Rosario, seconda festa di Pasqua per un voto alla Beata Vergine del Pedancino in Cismon, giorno delle abrogazioni.

 2. Organizzazione catechistica: 25 fanciulli; istruzione adulti.

 3. Istruzione:1 scuola elementare comunale maschile: direttore il parroco, 20 alunni, 1 maestro, dottrina cristiana bisettimanale.

 4. Osservazioni sul popolo: 278 ammessi alla comunione; due matrimoni separati.

 Decreto dispositivo

 riordinare effetti; sospesi: altari Beata Vergine del Rosario e San Sebastiano privi di pietra sacra; registri canonici e civili: eseguire quanto prescritto in calce; rinnovare stato d’anime.

——————————————————————————————————-

Le visite pastorali di Giuseppe Callegari nella diocesi di Padova 1884-188

A cura di Filiberto Agostini volume 1 pag 22-24

data della visita pastorale a Cismon: 9 sett. 1885

San Marco

 natura

il centro della parrocchia è al piano alla sinistra del Brenta, hanno poi delle contrade al di là del ponte Cismon, al Monte Corlo, e più di 40 famiglie dimorano in montagna e vi vuole in media due ore di cammino per portarsi alle stesse e due ore di ritorno.

Popolazione

1. Abitanti 1960 (1220 ammessi alla comunione).

2. Istruzione: esiste la scuola maschile e femminile; il maestro conduce una vita buona, la maestra ottima: insegnano il catechismo; il parroco o il cappellano fanno l’istruzione religiosa una volta alla settimana.

Struttura formale

1.Luoghi di culto: uno chiesa parrocchiale; a) titolo: S. Marco; b) notizie storiche: primitivamente eretta dai benedettini di Campese nel 1313, distrutta da una fiumana della Valle Gozza 1748, riedificata 1774 e subito consacrata,c) pertinenze: cinque altari (S.S.,B.V, del Pedancino, B.V. del Carmine, B.V. del Rosario, s. Valentino.

d) indulgenze:ad septemnium all’altare maggiore, plenaria all’altare della Beata Vergine del Pedancino nei giorni dell’Annunciazione, dell’ Assunzione, e Natività di Maria.

e) edilizia: la Chiesa e nella canonica sono rispettivamente in buoni e sufficienti condizioni, oratorio pubblico della beata vergine del Pedancino: eretto 1857, mantenuto dalla fabbriceria, in buone condizioni materiali: un altare, con alcuni paramenti e poche suppellettili.

2. Stato patrimoniale: 1. Fabbriceria: il parroco lamenta che le spese sono a “capriccio degli fabbriceria”, denuncia un debito di L. 1117,85, i fabbriceri notano che le entrate sono limitate e insufficienti, e che figura un debito di L. 200 lasciato da un fabbricere attualmente in rapporti forse troppo stretti con il parroco, restando nei parrocchiani la persuasione che il debito giacente deve ascriversi a causa del parroco stesso. In conseguenza di tutto ciò si ritiene che molti si astengono dalle cont- ribuzioni ed offerte ordinarie;2) cassa anime: entrate: L. 300,50; i fabbriceria raccomandano al parroco di registrare le entrate (L. 600) e le uscite con maggiore regolarità;3) beneficio parrocchiale: entrate da cartella di Stato (115), assegno erariale (290), rendita di mezzo campo di terra vicino alla chiesa, decima consistente in 5 q di uva, 4 q di sorgo, 20 kg di canapa, 3 q di patate, oltre al tabacco (400); uscite non specificate per arredi alle, tassa fabbricati e di ricchezza mobile (100 e 28), palazzo ai cantori, tre sagre nei giorni dell’annunciazione, assunzione e in attività di Maria, candele da distribuire ai fedeli il giorno della purificazione.

Le persone

1) sacerdoti: Bassani Lorenzo, nato a Rocca di Arsiè 1840, parroco; Fincati Angelo, nato a San Bartolomeo di Crosara 1861, cappellano.

2) fabbriceria: Fìorese Antonio; Rizzon Pietro; Beraldin Pietro.

Vita religiosa e morale

1) predicazione: alla prima messa del parroco e “alcune volte” dai cappellano.

2) dottrina cristiana: è venuta quasi esclusivamente dal sacrestano (vero fac totum); il vescovo dichiara che i fanciulli sono “abbastanza bene istruiti”.

3) atti di culto e forme di pietà: a) orario della messa festiva.: Alle 10.30, per comodità nella popolazione;b) mese di maggio: si fa con grande concorso;c) un legato: non si sono mai celebrate le relative messe;d) battesimo: si amministra privatamente in caso di freddo eccessivo;e) funerali: i sacerdoti forestieri vengono invitati di rado.

4) associazioni pie:a) Figlie di Maria;b) terzo ordine francescano( ancora in fieri)

5) osservazioni sul clero: il cappellano è in ottime relazioni con il parroco, ma fa notare alcune mancanze riguardanti la dottrina e la frequenza all’osteria; in fabbriceria disapprovano “una certa apatia (del parroco) nel Non volersi inserire nelle questioni di interesse per la Chiesa…… Si aggiunge qualche appunto sulla frequente mancanza di catechismo e sul dissimulare che fa di certo gravi difetti specialmente dei genitori ai quali si muove accusa di essere trascurati nell’allevare i figlioli correggendoli specie nel parlare generalmente osceno e blasfemo. Le ragazze similmente per mancanza di sorveglianza dei genitori lasciano molto a desiderare. I cappellano e di piena persuasione di tutti. Si mostra anzi di tenere che alla sua rimozione succeda qualche disordine.

Il vescovo invita il vicario foraneo di Enego a sorvegliare affinché il parroco faccia ogni domenica la spiegazione del Vangelo e il catechismo agli adulti, tenga la dottrina cristiana ai fanciulli anche nei giorni feriali dal 3 novembre alla quarta domenica di Quaresima, non frequenti più l’osteria; il parroco giudica positiva la condotta dai cappellano; a parere degli fabbriceri, il parroco è abbastanza zelante e sarebbe ben visto dalla popolazione “se non forse troppe volte dedito al vino frequentando anche le osterie”; i cappellano è ottimo.

6) osservazioni sui fabbriceria: sono “costumati e religiosi”, ma fanno tutto da loro “senza mai passare parola col parroco” anche il cappellano si lamenta in tali termini.

7) osservazioni sugli inservienti (sacrestani): il giudizio dei fabbriceri non è positivo.

(Il parroco nella relazione segreta afferma di desiderare “più umiltà, e sottomissione ai voleri dei sacerdoti; i fabbriceri invece fanno apprezzamenti positivi

8) osservazioni sul popolo: il parroco nota che sette o otto fedeli non si sono presentati a Pasqua, e riconosce che la gioventù è “scorretta specialmente nella lingua”

Le funzioni sono frequentate. Il parroco rivela alcuni mali: il turpiloquio, la bestemmia, un’unione civile; il cappellano ribadisce le osservazioni del parroco.

Movimento cattolico

il comitato parrocchiale non è stato ancora fondato.

Dichiarazione e decreto

1. Il vescovo loda il parroco, perché la Chiesa è in buone condizioni e sufficientemente provveduta di arredi e suppellettili.

2. indorare la seconda portella del tabernacolo; sostituire le grate dei confessionali con altre più minutamente più forate; porre fuori uso un pianeta rossa; sostituire alcuni paramenti indecenti.

(Nella seconda visita pastorale Don Fincati figura come parroco, mentre Bennacchio Valentino, nato a San Nazario nel 1846, figura come cappellano) pag 21-24

San Bartolomeo Primolano

Popolazione

1. Abitanti: 436 (298 ammessi alla comunione): “non contando tutti gli impiegati di dogana, finanza, eccetera, che pur fanno parte permanente della stessa parrocchia. Dio volesse che non ci fossero!)

2. Sanità: la mammana è istruita cristianamente, ma non abilitata; il medico avvisa assai raramente, così che il parroco non appena è informato che “taluno è caduto in grave malattia deve stare da sé in guardia; da se, poiché neppure i familiari si prendono tanta briga di darne il relativo avviso, e ciò per paura forse che il sacerdote abbia ad apportare la morte all’ammalato. Si è procurato in proposito di predicare, istruire, ma poco se la capisce”.

3. Istruzione: c’è la scuola maschile e femminile: il maestro e la maestra sono costumati, fanno Pasqua e insegnano la religione.

Struttura formale

luoghi di culto: chiesa parrocchiale: a) titolo: San Bartolomeo (24 agosto); b) notizie storiche: si ignora l’epoca della primitiva erezione (puoi che si dice che lavata alquanto la calce dalle mura della stessa si possono ancora tutto ora di rilevare figure idolatri); restaurata a metà secolo 19º forse non consacrata;c) pertinenze: tre altari (il maggiore, beata vergine del Rosario, San Sebastiano.) Pala della beata vergine e altri santi: un commerciante veneziano voleva acquistare la pala per L. 4000, ma i parrocchiani non hanno acconsentito. Chiesa: “è un vero sconcio sia all’interno che all’esterno, e ciò per la sua forma. Non è cadente, nel prossimo pericolo. È angusta”; la Chiesa è in condizioni infelicissime oltre ogni dire sia per la ristrettezza sia per la mancanza di simmetria, sia per diroccazione delle mura stesse. La popolazione si trova scoraggiata per la mancanza di mezzi. , canonica: il pavimento è da riparare, se no in buone condizioni e affittata alla dogana per una rendita annua di lire 500 e 20: il parroco si vide arrivare una multa di lire 100 e due contro la quale fece ricorso per non aver denunciato tale reddito.

Le persone

1. Sacerdoti:Ferrazzi Innocente, nato a Valstagna nel 1859, parroco; Poletto Francesco, già parroco.

2. Fabbriceria di: Sartori Angelo da 20 anni in carica, Sartori Tommaseo da 20 anni, Trentinaglia Policarpo da quattro anni.

Vita religiosa e morale

1. Predicazione: alla messa parrocchiale.

2. Dottrina cristiana: il parroco lamenta la poca frequenza dei fanciulli e degli adulti; il vescovo ritiene assai bene istruiti i fanciulli.

3. Atti di culto e di forme di pietà: orario della messa festiva: alle 10, anche per comodo delle parrocchie limitrofe;b) mese di maggio: si fa alla sera con molto concorso;c) legati soddisfatti.d) viatico agli infermi: con qualche concorso di gente; e) funerali: quando una qualche benestante famiglia lo desideri se non retribuiti con occorre elemosina di lire 5,06, l’elemosina poi al parroco locale né i funerali è così stabilita: se il defunto è un padrone o una padrona di famiglia e di lire 11, se si tratta di un defunto subalterno l’elemosina assente a lire otto con onere di ufficiature e messe. Se è finalmente un bambino al di sotto di sette anni l’elemosina è di lire due senza la messa e con le cerimonie prescritte. Ma è da notarsi che molti promettono, e poi arrivederci.

4. Associazioni pie: confraternita del Santissimo sacramento istituì il rito nel 1751, con 79 membri.

5 assistenza caritativa: rendita testamentaria istituita nel 1875 e amministrata dal parroco e dagli fabbriceria affermò a favore dei poveri della parrocchia.

6. Osservazioni sul fabbriceria: sono di ottima condotta.

7. Osservazioni sul l’inserviente(sacrestano): è zelante e di buona condotta morale: percepisce un discreto onorario da il Comune di Cismon. I fabbriceria affermano che è premuroso, si desidera solo che abbia un po’ più di soggezione al parroco e ha i fabbriceria.

8. Osservazioni sul popolo: il parroco non può dire molto perché è arrivato di recente, ma rileva che tre persone non frequentano mai la messa: la frequenza alle funzioni e soddisfacente; una convivenza illecita; a parere degli fabbriceria, fatte poche eccezioni è bene inclinata a mostrarsi quanto basta morigerata e rispettosa.

Per quanto riguarda le ragazze non vi è nulla da dire.

Dichiarazione e decreto

1. Il vescovo si dichiara soddisfatto: le condizioni materiali della Chiesa sono sufficienti 20, mentre lasciano molto a desiderare le suppellettili.

2. Levare la pala (sacro cuore di Maria) dall’altare della B.V del Rosario; levare il recipiente di rame dal battistero e provare se la vasca di marmo contiene l’acqua benedetta. Pag 31-33

Santa Maria Addolorata (Colicello) visita pastorale del 30 10 1888

Struttura formale

1.Luoghi di culto: chiesa cura assiale: titolo Santa Maria Addolorata (15 settembre), notizie storiche: eretta 1854, ampliata 1871.

Persone

sacerdote:Fabbris Leopoldo, curato (nella relazione di don Andrea Grandotto, cappellano di Valstagna, i sacerdoti sono ottimi, ad eccezione del curato di Colicello che ha il solo difetto di stare qualche volta all’osteria).

fabbriceri: Mattana Cristiano,Mattana Gasparre, Cavalli Antonio.

Vita religiosa e morale

1. Dottrina cristiana: il vescovo giudica i fanciulli: ottimamente istruiti.

Osservazioni sul clero: a detta degli fabbriceri il curato gode della stima e l’affetto della popolazione.

2. don Fabbris lamenta che al Colicello alcuni vivono da empi.

Dichiarazione e decreto.

Il vescovo è soddisfatto: la Chiesa è in buono stato e provveduta a sufficienza di arredi e suppellettili.

inargentare le chiavi della seconda portella del tabernacolo, incidere le iniziali sui vasetti dell’olio santo, mettere il crocifisso sulla croce da morto, tenere regolarmente il libro dei nati e dei morti. Pag 897 vol 2

——————————————————————————————————————

Gambasin- Torresan

Comuni e parrocchie nella storia veneta tra ottocento e novecento

Istituto per le ricerche di storia sociale e di storia religiosa. Vicenza 1983

Da sempre a Bassano il problema dell’acqua era irrisolvibile, nella piazzetta Montevecchio stava il pozzo principale della città fin dai tempi degli Ezzelini, nelle altre due piazze c’erano due serbatoi dei quali si servivano in caso di incendio, per il resto si e no un quarto della popolazione poteva bere l’acqua piovana raccolta in pozzi cisterna, mentre gli altri dovevano portarsi a casa a forza di braccia l’acqua del Brenta spesso torbida e melmosa. Queste acque stagnanti erano micidiali per la salute dei bassanesi a causa delle numerose malattie di natura tifoidea. Nel 1895 nella zona di Santa Croce si registrarono tre casi di decesso per tifo più un gran numero di febbri di carattere gastrico che si ripeterono all’inizio del 1891. Oltre a questi problemi sanitari si aggiungono le lamentele degli agricoltori stanchi di vedere ogni estate i loro raccolti essicati dalla siccità. Gli amministratori comunali preso atto della situazione decidono di prendere l’iniziativa per risolvere il problema in modo definitivo. Il primo a stendere un progetto per conto del comune di Bassano era stato fin dal 1864 l’ingegner Girardello, questo progetto prevedeva la costruzione di un canale che cominci dalla località detta “Madonna dell’Onda” presso San Nazario e arrivasse alle porte della città e poi introdurre l’acqua potabile per le vie cittadine mediante tubi., ma tale progetto non fu mai preso in considerazione. Nel 1888 il consiglio comunale incarica l’ingegner Reinacher di eseguire gli studi occorrenti per risolvere il problema e questi indica le sorgenti di Valrovina come sufficienti per approvvigionare Bassano tramite un acquedotto, sembrava fatta, ma il chimico G.Fabris analizzando le sorgenti di Valrovina constata oltre alla loro insufficienza anche l’insalubrità delle acque, costringendo l’abbandono del progetto. Altri due anni di discussioni e nel 1890 la giunta municipale incarica un vero specialista del settore: L’ingegner Enrico Carli questi due anni dopo presenta la sua relazione sull’acqua potabile. Vi sono riassunti 9 progetti tra cui 5 a carica naturale che sono: i Fontanazzi di Cismon, le sorgenti della Valle dei Ponti pure in Cismon, sorgenti di San Marino, sorgenti di Oliero, e sorgenti della valle di Santa Felicita. Fatte ulteriori verifiche l’ing. Carli conclude che fra tutti i progetti quelli che dimostrano assoluta superiorità sono le sorgenti di Oliero e i Fontanazzi di Cismon, la sorgente della valle dei Ponti sempre a Cismon venne depennata dalla lista perché si constatò che in periodo di massima magra, nel febbraio 1893, quelle sorgenti erano venute a mancare quasi per intero. I Fontanazzi distano da Bassano 24.855 metri e la sorgente viene dichiarata dal chimico Reatto: “potabile in grado eccellente”. L’acqua di Oliero, che voci la davano non potabile, fu sottoposta a una lunga serie di analisi chimiche e fu definitivamente accertato che era “ottima e superiore a quella stessa dei Fontanazzi di Cismon. La quantità di acqua disponibile è esuberante per entrambe le sorgenti in quanto una portata minima di 25 litri al secondo rappresentavano 270 litri per ciascuno degli 8.000 abitanti del agglomerato di Bassano. A questo punto bisognava scegliere, nonostante il vantaggio economico del progetto di Oliero (si sarebbe risparmiato la costruzione di quasi metà acquedotto), la scelta cadde obbligatoriamente sui Fontanazzi di Cismon, perché la carica di distribuzione dell’acqua da questa sorgente sarebbe di 14 metri sopra la soglia della porta delle Grazie, punto più alto di Bassano escluso il castello del Duomo, mentre per l’Oliero la carica sarebbe stata di 5,5 metri sopra lo stesso punto della porta delle Grazie. Ciò porta di conseguenza che l’acqua dei Fontanazzi si può distribuire ai piani superiori di tutte le case di Bassano mentre quella di Oliero poteva essere distribuita solo al primo piano delle case. La proposta della giunta di costruire l’acquedotto con presa a Cismon fu approvata a larghissima maggioranza e con delibera del 25 luglio 1895 viene accolto il progetto esecutivo dell’ing. Paolo Milani subentrato all’ing. Carli che era stato colto da tremenda malattia. I lavori vengono iniziati il 1 maggio 1896 e durano molto meno del previsto in quanto l’acquedotto è costruito in soli 18 mesi con un costo vicino alle 620.000 lire, la festa di inaugurazione ha luogo il 28 novembre 1897, subito la rete di distribuzione è di 8.000metri che salgono a 9. 520 già al secondo anno. PAG 150-155

—————————————————————————————————————-

Numero di famiglie del distretto di Bassano nei censimenti del 1881 1891

1881 1991

Bassano: 2.789, 2721; Campolongo: 203, 217: Cismon: 455, 500: San Nazario: 577, 588; Solagna: 384. 566; Valstagna: 693, 723.

 

Distretto di Bassano: popolazione e numero di ciclisti in data 1 gennaio 1901 Bassano: 14524, 190; Cismon: 2453, 10; San Nazario: 2899, 3; Solagna: 1860, 2;Valstagna: 3954, 7; Rosà:5112, 26; Pove: 1562, 3; Vicenza: 38713, 1069.

A Cismon esistevano due alberghi, uno gestito da Negrello Giovanna, l’altro da Taverna Giuseppe. Fonte: annuario Touring Club Italiano anno 1901

Provincia di Vicenza: apertura caccia, 1 agosto: al lepre e pollame selvatico con chiusura 31 dicembre, vietata in ogni tempo la caccia al camoscio e capriolo fonte: TCI anno 1902

———————————————————————–

La visita pastorale di Luigi Pellizzo nella diocesi di Padova 1912- 1921 volume secondo a cura di Antonio Lazzarini edizioni di storia e letteratura Roma 1973

libro proveniente dalla biblioteca civica di Bassano

Cismon

Diario della visita compiuta il 13 novembre 1914 pag 652-655

Natura

La parrocchia è situata nella vallata del Brenta eccetto piccola parte situata a ridosso del Monte Ancino. La sua natura montuosa richiede che parte della popolazione, specialmente nella buona stagione abbandonando la propria casa si ritiri nelle alte cime per custodire gli armenti, per falciare i fieni e questi dimenticano intanto i doveri della religione. Però la massima parte deve darsi all’emigrazione temporanea. Vanno e tornano riportando ogni errore, ogni vizio, senza fede, senza timor di Dio: sprezzatori superbi d’ogni cosa sia pur essa nobile e santa.

Popolazione

abitanti: 2700 circa (circa 1800 ammessi alla comunione).

Struttura formale

luoghi di culto: Chiesa parrocchiale, titolo: San Marco Evangelista; notizie storiche: primitivamente eretta probabilmente verso il secolo VIII, ricordata in documento del 1189; divenuta parrocchiale 1313, passando sotto la giurisdizione del monastero benedettino di Campese, distrutto da 1748 e subito riedificata, consacrata 1774; pertinenze: cinque altari (San Marco, Beata Vergine del Carmine, Beata Vergine del Rosario (già San Valentino, mutato per la pietà dei fedeli ); pala attribuita al Da Ponte (nipote); indulgenze: plenaria nei giorni dell’Annunciazione, Assunzione, Natività di Maria, e ottave; oratorio pubblico della Beata Vergine vulgo del Pedancino, eretta vicino al ponte sul Brenta, nel luogo dell’apparizione della Madonna: poche suppellettili.

2. Stato patrimoniale:1) fabbriceria: entrate: L. 1494 da elemosine, uscite 1703,08 per spese di culto, inservienti, supplemento al cappellano per raggiungere le L. 700 (d’ora in poi tale supplemento, per decreto reale, dovrà essere corrisposto dall’amministrazione comunale) 2. Cassa anime: entrate: L. 600 circa, erogate in messe con ufficiatura; 3. Beneficio parrocchiale: si trova in uno stato veramente miserabile, in conseguenza della negligenza dei predecessori; entrate: L. 1180 da cartelle di rendita, decima (si riscuoteva in natura fino al 1867 e rendeva sufficientemente: poi fu commutata e attualmente sarebbe di lire 800, ma in realtà rende lire 600 a causa dell’affrancamento di diversi fondi per la costruzione della strada ferrata), assegno erariale (400); uscite: L. 350 per tasse e spese varie.

Le persone

1. Sacerdoti: Lazzaretto Vittorio, parroco; Andolfatto Giacomo, cappellano.

2. Fabbriceri: Tommasi Stefano, anni 49, da 10 anni; Donazzolo Giuseppe (da 10); Giovanni Antonio, anni 69 (da 15).

Vita religiosa e morale

1. Predicazione: la spiegazione del Vangelo è fatta da il cappellano alla prima messa e dal parroco alla seconda: all’ultima messa il parroco tiene il catechismo agli adulti sia perché pochi frequentano le funzioni vespertine, nonostante le preghiere e le raccomandazioni, sia perché i montanari dopo la messa salgono sui monti.

2. Dottrina cristiana: è tenuta da due sacerdoti, coadiuvati da 30 insegnanti, ogni festa; inoltre si tiene due volte alla settimana nelle scuole elementari comunali, con autorizzazione del provveditore agli studi, e istruzioni particolari si fanno quasi ogni ora; è abbastanza frequentata: si cerca di invogliare alla frequenza dando premi particolari a chi interviene 10 volte di seguito; il vescovo trova i fanciulli ottimamente istruiti.

3. Atti di culto e le forme di pietà:a) 77 messe da un legato; b) prima comunione: i fanciulli si ammettono in genere a sette anni, ma ve ne sono anche di otto, e di nove e di dieci che non sono ancora ammessi per i preconcetti di questa dura razza, nonostante le raccomandazioni del parroco; c) comunione agli ammalati cronici: si porta a Natale, Pasqua, assunzione e anche più spesso a chi lo desidera; d) viatico agli infermi: vi è la consuetudine di accompagnarlo in buon numero;e) funerali: sono fissate due classi, approvate dall’accusa di; anche per i poveri si fa l’ufficio natura con una messa, traendo l’elemosina dalla cassa anime; f) a carico del beneficio si faceva in passato il famoso, tradizionale, pranzo di San Marco, che riusciva una vera orgia: usando ogni prudenza poté essere abolito e si viene sperando che nessuno ha più voglia rievocare tanto esecrande consuetudine.

4. Associazioni pie: confraternita del S.S., con 60 confratelli e 60 consorelle che (apparentemente fanno bella comparsa), ma nei più manca lo spirito; congregazione del Carmine, non ancora eretta canonicamente; terzo ordine francescano, con 50 iscritti che fanno bene ma sono troppo pochi e la riluttanza ad iscriversi è troppo grande.

5. Opere educative e assistenziali: si stava dirigendo un fabbricato che servirà per asilo infantile, laboratorio femminile e patronato festivo, ma impressiona la cattiveria dell’ambiente che mostra non saper misurare la necessità di tagli istituzioni.

6. Osservazioni sul clero: a parere dei fabbriceri, il parroco zelante e impegnato nei suoi doveri, è amato e stimato da tutti e anche il cappellano e armato: quest’ultimo, secondo il parroco, è da ammirarsi per la modestia del portamento, per la serietà del tratto, per la puntualità e devozione, ma impiega troppo tempo nell’udire le confessioni e la gente si stanca di attendere,

7. Osservazioni sul popolo: si presta per la Chiesa, secondo i fabbriceri; per il parroco: i buoni sono pochi quantunque la Chiesa sia abbastanza frequentata: si sfoggiano una bontà tutta propria che vorrebbe magari andare d’accordo con la vendetta, con l’odio, con la maldicenza; i cattivi sono invece moltissimi: tanti, tanti che non vogliono saperne né di Dio, né di fede e che da anni e anni non mettono più piede nella casa di Dio; il parroco individua alcuni mali: labestemmia, anche sulla bocca delle donne e dei piccoli; e il turpiloquio, fomentato specialmente nei filò invernali, luoghi di peccato in cui genitori infelici lasciano libertà alla propria tradita figliolanza; il malcostume è all’ordine del giorno, basti dire che le ragazze non hanno nessun pudore e pubblicamente si dimostrano sfacciate libertine in ciò coadiuvate dall’esempio familiare; il ballo scandaloso è sempre combattuto, ma sempre tenuto in piedi dai seguaci del diavolo; l’indifferenza dei genitori per la vita religiosa dei figli: il cattivo esempio di tanti e tanti che per abitudine vivono senza Dio.

Azione cattolica

1. Circolo giovanile, che esiste soltanto di nome; il parroco si serve dei pochi buoni giovani che gli sono vicini per la diffusione della stampa, la dottrina cristiana, le elezioni politiche; si è cercato di attrarre gli altri con conferenze, missioni e divertimenti, ma con scarsi risultati.

2. Società di mutuo soccorso, sotto il patronato della Madonna e con regolamento cristiano, ma gestita senza ingerenza dal sacerdote: si serve calarono mezzi per riaverla, ma si prevede di lavorare invano.

1. Buona: la difesa del popolo: 20 copie; l’operaio cattolico 20 copie; l’amico delle famiglie 10; il santo dei miracoli 70; e inoltre l Berico, la libertà, il foglietto della domenica, il sementino., rinascita francescana, bollettino francescano, numerosissimi foglietti volanti dell’unione popolare specialmente tra gli emigranti, 500 copie dell’almanacco il galantuomo di Torino e 100 dell’almanacco diocesano, due casse di libri della buona Stampa di Torino, il parroco sacrifica e spende quanto può e dispensa i giornali per le famiglie mediante giovanetti: una parte della popolazione corrisponde, ma la maggioranza non vuole fare alcun sacrificio.

2. Cattiva: purtroppo corrono nelle mani della gioventù i soliti romanzacci moderni e avidi di leggere, si vedono anche i ragazzi di 13 anni con il Corriere della Sera, con La Domenica del Corriere, col famoso Gazzettino.

Dichiarazione e decreto

1. Ci si dichiara “assai soddisfatti”.

2. Cambiare una busta e due manopole; fare le particole più grandi, pulire e restaurare il pavimento dietro l’altare.

Primolano

diario della visita: 11-12 novembre 1914 ( estratto)

abitanti: 470 (350 ammessi alla comunione).

Sacerdote: Bellò Giordano, parroco.

Osservazioni sul clero: il parroco, vero apostolo, gode stima: è amato da tutti; ed è degno di ogni encomio per la sua opera indefessa per la Chiesa e per la parrocchia.

Osservazioni sul popolo: per quanto può corrisponde, il parroco osserva che, nella generalità la fede si conserva, restringendosi a poche persone coloro che poco o nulla vogliono saperne di religione, da tre anni tuttavia i 400 operai stranieri stabilitisi a Primolano per i lavori della ferrovia della Valsugana hanno “mezzo falsata la povera gioventù nella pratica dei loro doveri religiosi”, per cui vi è poco concorso alle funzioni vespertine nelle feste ordinarie (del del resto esistono a Primolano 18 fra osterie e bettole); però la messa viene ascoltata da tutti, salvo poche persone o impedite o di poca buona volontà, la frequenza a i sacramenti è migliorata nelle feste solenni e vi sono oltre 100 comunioni, anche se pochi gli uomini; 22 non hanno fatto Pasqua e vi è persino chi sghignazza coloro che vanno in chiesa; gli impiegati non si vedono mai in chiesa, anche se va notato che molti di quelli occupati alla ferrovia sono impossibilitati a farlo per l’orario di lavoro, è impossibile dare vita alle associazioni: non figlie di Maria perché le giovani sono poche e impegnate negli esercizi oppure vanno in servizio e quindi sono troppo esposte; non sezione giovani perché pochi e perché parte va dietro i cavalli, e parte poco stanno in parrocchia dovendo andare all’estero

——————————————————————————————–

Pierantonio Gios

resistenza parrocchia e società nella diocesi di Padova 1943-1945

a Cismon, definito da denuncie anonime di 3-4 abitanti del paese ”un covo di comunisti” agivano alcune bande di ribelli “che avevano l’appoggio dell’arciprete Don Francesco Caron e di un gruppo di persone e che avevano posto le loro basi operative al Forcelletto. Pagg 66-67

il primo sacerdote diocesano a conoscere il carcere fu l’arciprete di Cismon Don francesco Caron il suo nome figurava nella lista degli antifascisti fornita al comandante del presidio tedesco di Bassano da alcuni delatori del paese. Verso le 2 di notte del 26 ottobre venne chiamato tra la schiera di uomini ammassati nella piazza antistante la Chiesa da circa 400 soldati tedeschi armati di tutto punto e condotto con altri compagni di sventura, accusati delle stesse colpe, dapprima a Bassano e poi a Vicenza. Da Vicenza, dopo una breve sosta venne trasferito nella fortezza di San Mattia a Verona da dove per interessamento di Mons .Agostini Vescovo di Padova potè uscire la sera del 5 novembre. Pag 73

insieme all’arciprete furono arrestati il tenente Fausto Pelloso,gli studenti di medicina Antonio Todesco e Dario Ferronato, il ricevitore del dazio Enrico Bovo, Giovanni e Luigi Caenaro, Antonio Vettori, il sergente magg. Maran e Giglio Moccellin. Con una quarantina di uomini trattenuti perché non in regola con i documenti, vennero inviati a Bassano per essere interrogati. Il 28 ottobre dovevano finire in carcere anche Mario Ganzer e Abramo Maschio se non si fossero dati in tempo alla latitanza. Furono tutti accusati di essere “ antifascisti, antitedeschi, di aver fatto propaganda comunista e di aver sovvenzionato i ribelli. Cronistoria di Cismon 26 ott- 20 nov 1943. Secondo don Mario Zanchin che come cancelliere di Mons. Agostini si adoperò per la liberazione di Don F. Caron il motivo dell’arresto sarebbe stato quello di aver festeggiato con troppa solennità l’8 settembre. pag 87

Le informazioni fornite al comando tedesco, sarebbero secondo Don Francesco Caron eccessive per non dire false “ perché a Cismon non vi sono presentemente veri comunisti, ne esistettero mai veri ribelli ma invece tutti gli abitanti di Cismon sono buoni e si lasciano guidare come un branco di pecore. cronistoria 26 ott-20 nov. Pag 81

Il 21 settembre don F. Caron è rinchiuso tutto il giorno in una stanza dello stabilimento Lancia.

Il 16 agosto il tenente Perillo convoca a Carpanè tutti i sacerdoti della vallata per comunicare loro che anche i paesi di San Nazario e Cismon sarebbero stati votati alla distruzione se entro le ore 10 del 18 agosto i sei alpini non avessero ottenuto la libertà. Verso sera i rappresentanti delle due comunità si decisero di inviare sul Grappa altre due staffette con un nuovo messaggio per i capi partigiani, inutile dirlo la missione non approdò a nulla. Fu provvidenziale l’arrivo a San Nazario di Don Nazareno Moccellin cappellano militare, saputa la critica situazione si recò a Verona dove pensava di trovare Pizzirani vice segretario del partito nazionale fascista trovò solo un sostituto del comando SS e gli fu assicurato che ogni misura repressiva sarebbe stata sospesa in attesa di una minuziosa inchiesta sulle eventuali responsabilità delle popolazioni locali. Pag152 Alla delegazione di Cismon il comando partigiano rispose che gli alpini erano stati rimessi in libertà non così gli ufficiali. Allora la popolazione spaventata dalle minaccia di incendiare il paese sgombra le case di ogni cosa nascondendo e portando via ogni cosa. Dai monti si spara contro i tedeschi che passano per la strada nazionale, il comando tedesco avvisa che qualunque atto ostile contro i soldati o cose tedesche sarà represso e punito con l’immediato incendio del paese, e con la decimazione della popolazione. La Madonna ha fatto che non avvenisse nessun incidente e il paese fu salvo nonostante le ripetute minacce del comando tedesco. Al comando partigiano della brigata Garibaldi venne inviata successivamente anche una commissione di donne cismonesi per chiedere il rilascio dei due ufficiali e scongiurare così l’incendio di Cismon. Il motivo per cui Cismon è stato scelto come uno dei paesi minacciati di distruzione va visto in relazione all’attività partigiana, che cominciò che cominciò a essere di un certo rilievo verso la fine di luglio, il 24 luglio soldati repubblicani e tedeschi vanno a rastrellare la contrada del Corlo bruciano 12 case e altrettante più sopra in parrocchia di Rocca d’Arsiè. Grande scompiglio e spavento, famiglie sul lastrico, il comando tedesco ordina a tutti gli uomini e donne di fare la guardia alla linea ferroviaria e alle linee telegrafiche e telefoniche, una persona ogni 50 metri, fin dal 25 luglio mattina, le linee sono custodite. Il 5 e il 6 agosto i partigiani sono venuti a portar via alcuni generi alimentari e tabacchi custoditi presso la cucina Todt al Ponte. In quella stessa notte un commissario politici e un comandante partigiano, all’albergo alla Posta, hanno avuto un colloquio e un’intesa con i responsabili del paese: con i direttori della fabbrica Lancia, con il vicecommissario Bortignon, con Donazzolo Luigi, Fabbris Bruno e Rizzi Egidio. Se non fosse per l’ora tarda avrebbero desiderato di venire in canonica a parlare con il parroco, per rassicurarlo delle loro intenzioni. I l 9 agosto viene sospeso l’ordine di fare la guardia alle linee ferroviarie, continuano il servizio i pochi uomini pagati. cronistoria 24 luglio- 20 agosto 1944 pag 162

I 6 alpini sopra citati costituivano con un ufficiale e un sottufficiale il presidio di Carpanè posto a guardia del magazzino-tabacchi.

Pierantonio Gios sacerdote di Asiago insegna storia della Chiesa nel seminario maggiore di Padova.

—————————————————————————————–

 

Correva l’anno 1937 quando fu presentato a Benito Mussolini, un prospetto dettagliatissimo, per la costituenda provincia di Bassano. Allora avrebbe dovuto avere giurisdizione sui comuni trentini di Primiero, Mezzano Imer, Canal San Bovo, Castel Tesino,Grigno, Strigno,e Borgo Valsugana; su quelli vicentini propri del mandamento bassanese sino a Pozzoleone e dell’altipiano di Asiago; su quelli padovani di San Pietro in Gù,Gazzo, Grantorto,Carmignano, Fontaniva, Cittadella, San Giorgio in Bosco,Tombolo, Galliera Veneta, San Martino di Lupari,; su quelli bellunesi di Lamon, Sovramonte, Arsiè, Fonzaso, Seren del Grappa,Quero, Alano di Piave e su quelli trevisani di Asolo, Borso, Crespano, Paderno, Possagno, Cavaso, Pederobba, San Zenone,Fonte, Maser, Altivole, Castelfranco, Loria, Riese, Vedelego, Castello di Godego, Resana. In tutto per una popolazione che, nel 1937, assommava a 329.580 abitanti. Ne sarebbe uscita una grossa provincia che i bassanesi volevano dedicare al condottiero della Quarta Armata, il generale Gaetano Giardino. La pratica sembrava arrivata a buon fine, quando gli eventi bellici negli anni immediatamente successivi fecero dimenticare quel progetto messo nelle mani del Duce.

 

1189

primo documento in qui viene menzionato Cismon: quando il comune di Vicenza mandò i suoi rappresentanti a prendere possesso di questo paese. Dipendeva dalla Pieve di Solagna, poi da quella di Campese, alle quali bisognava portare i bambini per ricevere il battesimo, in quanto solo li c’era il fonte battesimale. Questo durò fino al 1313 quando la chiesa di Cismon divenne parrocchia e fu sottoposta alla giurisdizione del monastero di S. Croce sempre di Campese. Non ci sono altri documenti antichi essendo scoppiato nel 1657 un incendio che distrusse canonica e archivio parrocchiale.

1587

nella visita pastorale appare nella relazione: i massari della confraternita della B. V. del Padancino sotto la cura di Cismon tengono la cassetta con tre chiavi allo scopo di conservarvi le elemosine e le offerte. Continuando si legge: il visitatore visita la chiesa di S. Maria di Cismon, chiamata la Madonna di Incin. Vi si celebra ogni prima domenica del mese,  a cura del parroco di S.Marco.

1630

in questa visita pastorale vi si trova scritto: il visitatore passò a visitare la chiesetta sotto il titolo della B.V. del Pedanzin.

1664

nove settembre il vescovo di Padova beato Gregorio Barbarigo si fermò a visitare la chiesa denominata: chiesa campestre della B.V. Del Pedanzin.

1699

il 10 gennaio Fiorese Mattio fu Lazzaro quarantenne di Cismon muore “oppresso e percosso da grandi quantità di borre”, nella valle delle Faghere, contrà Carassagno, della Rocca, territorio feltrino, avendo invocato i nomi di Gesù e Maria.

1725

nella visita pastorale, ultima prima alluvione, così dice la relazione: vi è la chiesa del Ped’ Ansìn, quale vien governata et amministrata da due massari di detta Chiesa, eletti d’anno in anno dalla comunità, quali al presente sono Mattio Donazzolo e Bernardin Fiorese

1748

l’anno della grande alluvione: chiesa in gran parte abbattuta, 36 case distrutte, un solo morto tale Matteo Rizzon morto dopo tre giorni per le ferite riportate.

1814

venne deciso l’istituzione delle feste decennali, parroco don Nicolò Cecconello, affinchè la statua della Madonna rivedesse il luogo della sua apparizione. vi accorsero più di 20.000 fedeli, il predicatore fu il parroco di Grigno. Don Cecconello  annunziò ufficialmente che con l’approvazione dei superiori la processione si sarebbe ripetuta ogni 10 anni.

1864

forse questa fu il decennale più maestoso e partecipato, la processione presieduta dall’abate mitrato di Bassano mons. Villa fu così imponente che i primi fedeli erano giunti al Ponte mentre la statua della madonna stava ancora in chiesa a Cismon!

1870

20 settembre, tra i soldati italiani che entrarono in Roma dalla breccia di Porta Pia c’era un cismonese: Ferdinando Fiorese, luogotenente dei bersaglieri. Partecipò poi alla lotta contro il brigantaggio nelle provincie abruzzesi e morì a Capua con i gradi di capitano.

1870

ecco come il giornale bassanese ” LA BRENTA” commenta il passaggio di Cismon all’Italia: stati d’animo come fu appresa la notizia della presa di Roma a manifestazione della generale letizia con cui l’Italia tutta festeggia il più grande evento dell’era nuova e saluta la indissolubile nazionale unità colla Monarchia costituzione di casa Savoia confermata in Campidoglio, la Giunta Comunale di Cismon proposta dal suo onorevole sindaco Anselmo Martinato ha deliberato siano distribuite italiane lire 75 (settantacinque) alle famiglie povere dei militari di Cismon da ultimo chiamate alle armi. Oltre a questo e più viemeglio questo memorabile giorno che la storia registrerà  con reverente ammirazione, questa mattina la Giunta Comunale con i Reali Carabinieri, in corpo, si è portata alla chiesa per implorare la benedizione dell’Altissimo sopra il capo dell’Augusto nostro Re, della Regina, della sua Famiglia e sopra tutta la Nazione, e malgrado il tempo piovoso, ciò nulla meno sono fatte della patriotiche dimostrazioni, col suonare a distesa le campane, colla esposizione dei vessilli tricolori, collo sparo dei mortaretti e colla illuminazione dell’edificio comunale e della reale caserma dei Carabinieri. Tutto il paese altamente compreso dalla solenne decorrenza ha partecipato di cuore alla esultanza dell’Italia. Alla sera poi, nell’occasione anche della desiderata rielezione del sindaco convennero a fraterno banchetto i membri della giunta e altri del paese e fra lo sparo di mortaretti, il suono delle campane e fuochi bengalici si propino all’amato Re nostro Vittorio Emanuele in Campidoglio, a tutta la famiglia Reale, e così venne chiusa la più bella giornata che sarà sempre ricordata. CISMON 10 ottobre 1870

1871

agosto, muore a Rocca d’Arsiè, il parroco di Cismon Don Giovanni Strazzabosco, questo l’estratto di morte conservato ora in canonica di Arsiè: Strazzabosco don Giovanni di Antonio e della fu Cunico Domenica, nacque ad Asiago nel 1815, morì qui il giorno 17 corrente mese alle ore 7 pomeridiane e venne sepolto qui, a Rocca, con l’assistenza di 13 sacerdoti. Nel corso della sua malattia venne confortato da tutti gli spirituali sussidi, egli era parroco di Cismon e resse con zelo e amore quella parrocchia per 26 anni. Il giorno 13 agosto è venuto a Rocca ad assistere alle sacre funzioni, passata in buona compagnia la giornata, alla sera se ne torna all’amata parrocchia unitamente al fratello arciprete Don Giacinto e altri due uomini. Giunto alle Laste di Incin poco lungi il ponte di Pria, accidentalmente scivolò e cadde da un’altezza di 10 piedi e ne riportò gravi contusioni, per cui fu trasportato in questa canonica e collocato a letto. Fu tosto chiamato il medico, il quale lo trovò in grave pericolo e dopo 4 giorni passò a miglior vita con sommo dolore del fratello arciprete e della sorella. Avutane tale funesta notizia, il paese di Cismon cercò con ogni mezzo di ottenere il permesso di trasportare la salma tra di loro. Se non che, ottenutolo troppo tardi, non fu più possibile e fu sepolto nel nostro cimitero, compianto da tutti i suoi parrocchiani come dai nostri. Il concorso alla sepoltura fu stragrande. Don Michele Arboit  In Cismon una unica aggiunta che lo dice caduto da una masgera.

sempre nel 1871

i registri parrocchiali riportano la morte di due militari cismonesi: Angelo Maschio muore annegato nelle acque del fiume Nadrag, affluente del Danubio, nell’anno successivo, era il 9 settembre 1872, muore Martino Beraldin addetto alla costruzione della ferrovia Transilvania.

1872

per i contrabbandieri fioccano le condanne:  il 14 febbraio Angelo Mussati detto Nini, di Cismon, venne condannato a una multa fissa di lire 51 e a una proporzionale di lire 68, due lire per ogni pianta delle 34 che i verificatori riscontrarono nella sua coltivazione, non estirpate a tempo debito, il ricorso in Appello, con la giustificazione che non era in casa e che il lavoro veniva eseguito dalle figlie, alle quali non si stancava mai di ripetere che “stessero ligie”, li volse la commutazione della multa in non luogo a procedere. Nello stesso anno, era il 24 aprile, Giovanna Ganzer di Cismon, vedova con figli, riceve il massimo della pena. 51 lire fisse e 290 di proporzionale per un ammacco alla consegna del prodotto al magazzino di 7292 foglie, pari a 29 chili di tabacco. Sei giorni dopo , 30 aprile a subire la condanna è Beraldin Domenico 43 anni sposato con Angela Fiorese, illetterato, incensurato, accusato di contravvenzione dell’articolo 23 sulle coltivazioni, per aver consegnato al magazzino foglie “interamente denudate nella loro costa con frantumi”, quantificate in kg. 12. Salvo invece Vanin Pietro detto Cavallaro, 39 anni, sposato con Angela Maschio, senza figli, illetterato, incensurato, accusato di contravvenzione art.27 della legge sulle privative, per essere stato colto in possesso in Cismon di kg. 16 di tabacco in foglia, assolto dal tribunale di Bassano. Chiude l’anno Maschio Maria moglie di Giovanni Vanin, che giustifica il possesso di 100 grammi di tabacco da fiuto dicendo che le era servito da medicinale in quanto in stato di gravidanza, assolta tra lo stupore generale.

1881

dal censimento tenuto quest’anno risultano questi abitanti: Solagna: ab 1672, San Nazario: ab.2797 Valstagna: ab. 3676, Cismon: ab.2119. Otto anni dopo, nel 1889 Cismon saliva a 2384 abitanti.

1884

tutto era pronto per un nuovo decennale quando un decreto del prefetto di Vicenza, in data 10 agosto, sospende in via cautelare tutte le celebrazioni in programma, causa: lo scoppio di alcuni casi di colera. La processione si tenne il 5 maggio 1885

1908

Viene ultimata la strada militare Tombiòn-Col del Gallo meglio conosciuta come Strada del Genio.

1914

grande partecipazione ma anche grande mestizia, dovevano intervenire il vescovo di Padova ad aprire i decennali e l’ arcivescovo di Ferrara a chiuderli, ma lo scoppio della prima guerra mondiale nella settimana precedente impedì la loro partecipazione, erano già ritornati più di 800 cismonesi che dovevano affrontare le incognite di una guerra già i manifesti chiamavano alle armi le prime classi. il 18 ottobre viene eletto sindaco di Cismon Massimiliano Vanin che durante la grande guerra rimase in carica come commissario prefettizio

1917

5 novembre, anche Cismon dovette essere sgombrato da tutti i suoi abitanti, tale notte fu agitatissima, il parroco fu svegliato verso mezzanotte e invitato a portarsi immediatamente in municipio (sindaco era Massimiliano Vanin) per urgentissime comunicazioni. Il generale Donato Etna informò il parroco che doveva comunicare ai Cismonesi che quello stesso giorno Cismon doveva essere sgombrato nell’ordine più perfetto. Erano due anni che le campane della chiesa non facevano udire nessun ritocco, e grande fu la meraviglia e lo stupore dei Cismonesi, svegliati da un maestoso concerto che durò più di mezzora, tutti si riversarono in chiesa illuminata come a giorno, che era incapace di contenere tutti, il parroco si presentò alla balaustra e spiegò quanto era stato stabilito per Cismon: tutti dovevano lasciare il paese, le proprie case, i propri averi e tutte le sostanze. Tutti si rassegnarono alla forzata partenza e all’alba tutti erano pronti al doloroso esodo forzato. Una carretta mandata dall’esercito trasportò alla stazione ferroviaria la statua della Madonna del Pedancino con il suo completo corredo. Tanti scesero dalle montagne con mandrie, animali e oggetti più disperati ma giunti sul piazzale della stazione tutto veniva requisito da un’apposita commissione che rilasciava ai proprietari un miserabile prezzo , che li rendeva più avviliti di prima. Intanto un’altra commissione ritirava gli oggetti di rame, tutti ne erano ben forniti, che dovevano essere ceduti per un compenso irrisorio. La prima tradotta, con 1500 passeggeri,  partì verso le dieci e fu comunicato che la destinazione sarebbe stata Ferrara, alle quattro del pomeriggio partì una seconda tradotta e così Cismon era totalmente deserto, l’ultimo a lasciare fu il parroco, dopo essersi accertato che ogni casa fosse vuota e che nessuno si fosse nascosto. A Ferrara il treno fu fatto proseguire e si arrivò a Giarre il 21 novembre, ma il vagone con la statua della Madonna arrivò solo il 17 gennaio del 1918.

1919

terminata la guerra , la vittoria era arrivata il 4 novembre dell’anno precedente, bisognava organizzare il ritorno, il parroco ritornò due volte a Cismon per prendere accordi con le autorità. Fu stabilita la partenza per il 17 giugno e alle dieci del mattino del giorno 19 si giunse a Cismon. Tutti erano stati informati che di quanto lasciato nulla sarebbe stato trovato, ma nessuno immaginava una devastazione così completa, l’unico superstite era il campanile.

1920

ecco le cariche pubbliche a Cismon da quest’anno: sindaco: Giuseppe Fiorese; segretario comunale: Costante Giacobbo; giudice conciliatore: Federico Bellini (era anche farmacista e maestro di musica), esattore: Antonio Todesco; medico chirurgo: Francesco Cerato; levatrice: Anna Peruzzo; appaltatori opere pubbliche: Antonio Todesco, Ilario Vettori, Gaetano Martinato fu Pietro; capimastro: Bortolo Zanella, Giovanni Donazzolo, Virgilio Fiorese; ragioniere: Narcisio Negrello; negozio velocipedi: Antonio Baggio; panettieri: Anna Buzzatti, Luigi Trentinaglia, Giacomo Ferronato, Peruzzo L. albergatori:Vettori G, Tomasi Antonia, Todesco Antonio, Dalle Mule Giovanni, Ferronato Giacomo, Grando Fortunato, Taverna Bernardo; Liquoristi: Pelloso Elisabetta, Tomasi Antonio; marmai: Rizzon Domenico, Rizzon Sebastiano; berrettai: Peloso Domenico, Todesco E.  Gli abitanti di Cismon risultano 3730, l’anno sucessivo salgono a 3861, mentre al 1 gennaio 1923 la popolazione scende  a 3433 unità.

 

La popolazione rimpatriò quasi tutta, ma oh! quanto mutata nelle idee e principi religiosi. Gli uomini si buttarono in gran parte in braccio al Socialismo, la chiesa anche nei giorni festivi era quasi sempre deserta, le donne diedero cattivo esempio di se stesse, pochissime si conservarono buone. Le elezioni del 1920 riuscirono al potere quasi tutti socialisti o comunisti. Gli anni 20-21-22 furono tre anni di terrore, notte e giorno si cantava Bandiera Rossa trionferà, non si poteva più camminare tranquillamente per le strade. Cismon fu l’unico comune che nel tempo bolscevico coniò monete proprie. Quale aberrazione di menti!

1921

i comunisti locali assalirono a colpi di moschetto il parroco Don Vittorio Lazzarotto, chiuso nella sua canonica. I colpevoli furono denunciati e imprigionati, presero 10 anni di condanna in tre: Fiorese Antonio(Marieto), Maschio Abramo Antonio, Rizzon Primo di Sebastiano.

 

aprile 1921: il M. Rev. Lazzarotto don Vittorio locale parroco, viene trasferito a Zuliano vicino Thiene. Don Ivo Bruttomesso, cappellano di Valstagna, venne mandato a reggere la parrocchia di Cismon prima come vicario parrocchiale poi come economo spirituale.

1922

L’amministrazione comunale social-comunista non potendo più reggersi, in ottobre, dovette dimettersi, lasciando un deficit comunale di oltre 700.000 lire. Venne a reggere le sorti del Comune un commissario prefettizio nella persona di Tollio Idebrando.

 

l’8 dicembre sotto gli auspici di Maria Immacolata fece solenne ingresso il nuovo parroco Don Francesco Caron già arciprete a Gallio. Il nuovo parroco venne ben accolto e ben vestito da tutta la popolazione. Ne è prova la frequenza insolita alla S. Messa e a Natale si fecero ben 400 comunioni.

1923

19 dicembre, con decreto del vescovo di Padova la chiesa di Cismon venne elevata, in perpetuo, a dignità di santuario.

1924

grandi festeggiamenti sia per l’ormai tradizionale decennale e per l’incoronazione della Madonna del Pedancino decretata da Roma. La solennissima celebrazione è presieduta dal Vescovo di Padova mons. Elia Dalla Costa con l’assistenza di 50 sacerdoti e 30 chierici e circa ventimila fedeli, il bambino Mario Ranza tiene sopra un cuscinetto le due corone regali da porre sul capo della Madonna e del Bambino, corone fatte con le offerte spontanee dei Cismonesi e dei devoti dei paesi vicini,(si raccolsero 12.506 lire) pesano un chilogrammo e mezzo sono arricchite di zaffiri e rubini eseguiti da un incisore di Bassano tale Gino Lunardon. Lungo il percorso tradizionale vengono eretti 55 archi trionfali oltre ai 230 pali sparsi un pò dappertutto. Il giurì assegna il primo premio all’arco elevato al Ponte, che vince 75 lire di premio, secondo: l’arco dei ferrovieri con vincita di 50 lire, terzo: l’arco elevato davanti alla stazione ferroviaria con premio di lire 25.

1925

6 giugno, UFFICIO SANITARIO DI CISMON, il sottoscritto dichiara quanto segue: Cavalli Giovanna maritata Cavalli di anni 32 di Collicello di Valstagna, fu visitata e rivisitata nel mese di giugno 1924 dallo scrivente riscontrandola affetta di linfo-sarcomo alla regione cervicale, mentre era in stato di puerperio, fu rilevato il notevole progresso del tumore. La metastasi alle ghiandole ascellari e l’incipiente cacchessia. Pronostico infausto risulta allo scrivente, che la diagnosi e la prognosi furono confermate allo ospitale di Bassano e alla Reale clinica chirurgica di Padova ove fu tentata la radioterapia. Oggi, un anno dopo si constata che nel tumore è avvenuta la autolisi, con la scomparsa di ogni tumefazione di qualsiasi metastasi e con il completo benessere generale della paziente. Dott. Francesco Cerrato medico chirurgo.

1926

l’otto agosto arrivarono a Cismon le 5 suore Canossiane per gestire il nuovo asilo, vi rimasero fino all’agosto del 1937 quando furono sostituite dalla congregazione delle suore Dimesse tuttora presenti a Cismon.  

 Dal bollettino parrocchiale: in Cismon all’ombra del Santuario sorgeranno presto delle grandi fabbriche industriali che daranno lavoro all’inizio a 600 e in seguito a 2.000 persone. Per dette fabbriche si occuperà metà della campagna del paese. Dato il bene comune tutti devono concorrere all’ effettuamento dello scopo, chi si opporrà sarebbe il nemico di tutti gli emigranti. Un comitato, sorto da poco, sta agitando pure presso il Ministero dei Lavori Pubblici, la questione per la ripresa dei lavori del tronco ferroviario Cismon-Feltre. Si spera di approdare a buon esito. 5 luglio: oggi ebbe luogo la benedizione dei locali e del macchinario di questo stabilimento per la lavorazione della seta artificiale. la cerimonia ebbe carattere molto privato, erano presenti le autorità del paese e tutti gli ingegneri stabili, la benedizione solenne e ufficiale avrà luogo in altro momento più opportuno. Non si può descrivere la grandiosità dei locali e le molteplici complicazioni dei macchinari ivi installati, ora è in funzione il reparto sperimentale ed è già uscita la prima seta artificiale. Man mano che verranno messe a posto le macchine verranno assunti gli operai e operaie, in quest’anno si presume che verranno occupati 150 uomini e 250 donne. I primi occupati saranno gli abitanti di Cismon. per l’anno venturo gli occupati tra uomini e donne saranno almeno 600 divisi in 4 mute.

1935

i residenti a Cismon risultano 1376 persone più 57 provvisori per un totale di 1430 abitanti. Gli emigrati provvisori (stagionali) sono 124 quelli definitivi sono 108.

1943 23 maggio, viene inaugurata e benedetta da Don Francesco Caron, la chiesa del Col del Broco  alla presenza di 200 persone.

1957

10 aprile, muore Don Francesco Caron, resse la Parrocchia di Cismon per circa 35 anni, il cordoglio fu generale.

il 17 novembre fa il suo ingresso a Cismon don Dino Secco, nativo di Solagna, proveniva da Enego dove svolgeva le funzioni di cappellano.

1964

prima gara provinciale di pesca, visto il successo si replicò l’anno successivo, IL 25 aprile, questa volta a carattere interregionale: vi parteciparono più di 150 pescatori, in palio due trofei: la coppa “prodotti Lilian” e il gran premio T.E.V.

1965

sorge la banda comunale, presidente Nico Vanin, la Pro Loco comprò a tutti i componenti il berretto della divisa.

1966

il 14 ottobre riesce un furto alla figliare di Cismon della Banca Cattolica del Veneto, scassinata la cassaforte i malviventi fuggono con 3.800.000 lire.

1967

gli abitanti del comune di Cismon sono 1693 così suddivisi: Cismon: 1032, Primolano: 411, Fastro Bassanese: 161, Corlo: 19, Montagna: 70. Le famiglie sono 560 così ripartite: Cismon: 355, Primolano:141, Fastro B.: 42, Corlo: 6, Montagna: 16. La superficie comunale è pari a 3348 ettari di cui 2226 sono di proprietà del Comune, 44 del Demanio, i boschi di proprietà del Comune superano i 1400 ettari. Dallo stradario comunale le vie sono 44: 27 a Cismon e 17 a Primolano.

1969

lo stabilimento CISMON PRODOTTI LILIAN chiude definitivamente ogni attività, al momento della massima prosperità arrivò a occupare più di 200 dipendenti

1984

ancora una grande affluenza di fedeli per questo decennale, la processione viene presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre mons. Maffeo Ducoli che sostituisce il vescovo di Padova impossibilitato ad intervenire. 

2002

5 luglio, don Dino viene travolto da un’auto davanti all’ospedale civile di Bassano ove si stava recando per portare assistenza spirituale, riporterà gravi fratture e lesioni in tutto il corpo che lo costringeranno a lasciare vacante la carica di Parroco e Rettore del Santuario del Pedancino. la sua permanenza a Cismon sfiorò i 45 anni.

6 ottobre, fa il suo ingresso come parroco di Cismon Don Olivo Sartori, trasferito da Bovolenta(PD) ma in precedenza era stato 10 anni parroco a Rocca d’Arsiè. Per la prima volta in assoluto le parrocchie di Cismon e Primolano vengono unite sotto la guida di un unico pastore.

2003

20 luglio, muore don Dino, Secco non aveva mai recuperato dall’investimento, era ricoverato al PSA di Sarmeola (PD)

2013

20 ottobre, Don Olivo lascia dopo 11 anni la guida spirituale di Cismon, contemporaneamente la Parrocchia viene aggregata all’Unità Pastorale di Valstagna mentre Primolano passa con Arsiè.

2014

18 agosto viene celebrato in modo solenne il 200° anniversario dell’istituzione dei decennali, alla tradizionale processione al Ponte, presieduta dal Vescovo di Padova Antonio Mattiazzo con 20 sacerdoti, partecipa più di 4.000 persone.