IL TERRITORIO DI INCINO

la principale caratteristica, sconosciuta ai più, di Incino sono i terrazzamenti, in dialetto detti “vanede”costruzioni di muri rigorosamente a secco, inalzati negli ultimi duecento anni per livellare un territorio fortemente scosceso e che sono serviti per avviare un’attivita agricola, anche fiorente, in un luogo altrimenti impossibile.Tali terrazzamenti, che non erano mai opere isolate, ma inserite in un contesto più ampio che coinvolgeva l’intera area poi destinata alla coltivazione, ocupavano e occupano ancora tutto o quasi tutto il territorio circostante il paese: appena usciti dalla Pala della Renga parte una fila di vanede, che senza discontinuità sale fino ai Prà, mentre dalle Casere, passando per i Martinati, Incino, va molto più in la della borgata dei Tanisoi.Il terrazzamento è un complesso sistema con una struttura ben definita, fatta di stradine interpoderali, con percorsi di accesso dotato di scalini (scalèr), numerosi pozzi e cisterne per la raccolta delle acque costruiti nelle vicinanze di valli e sorgenti, per avere una portata costante, di piccole costruzioni, casere, queste sempre dotate di una stalla, casòt, nicchie, sempre costruiti con pietra a secco, che servivano come riparo dalle intemperie , e da deposito degli attrezzi agricoli.  Le pietre venivano estratte prevalentemente vicino alle costruzione della vaneda tramite piccole cave, o dallo spietramento del terreno.La lunghezza della vaneda variava dalla morfologia del terreno e la sua altezza variava da circa un metro fino ai tre metri. Ora tutto questo c’è ancora, ma in un contesto completamente diverso, il crollo in verticale della popolazione di Incino,che ha portato i residenti stabili ben al di sotto delle 20 unità, l’invecchiamento dei pochi rimasti, ha causato l’abbandono, dopo il 1960 (data indicativa) prima lento, poi completo di ogni attività agricola con conseguente abbandono della manutenzione da parte dell’uomo e all’inevitabile degrado prima, e crollo dopo, di molte opere murarie, anche se malgrado l’incuria completa si registra ancora una discreta tenuta. Ora solo alcuni appezzamenti situati attorno al paese,a sud dei Prai, e nelle vicinanze delle Casere risultano lavorati a vitigni e orti. Un semplice sguardo ora mostra la realtà: gran parte del territorio di Incino risulta coperto da boscaglia e da una crescita caotica e disordinata della vegetazione che arriverà a soffocare il paese, sta per essere distrutto definitivamente il lavoro dei nostri antenati, che in circa duecento anni di imane lavoro, avevano strappato la terra alla natura e poi edificato, una volta faceva da padrone la vite, la patata, il fagiolo, ora dominano la salvana, i rore e le roe.

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