storia d’Arsiè parziale

1503 il 3 ottobre il vescovo Barozzi visitò la foranea di Arsiè, della quale era arciprete il padovano prè Matteo Moretto, che la rese negli anni dal 1501 al 1541. Arsiè aveva fama di essere provveduta di una casa canonica, che per la ricchezza delle suppellettili, poteva essere paragonata a una curia vescovile. Un dopo pranzo,prè Moretto ottenne che il vescovo si pronunciasse circa il pagamento da parte dei parrocchiani della decima degli agnelli. Il vescovo certo affrettatamente sentenziò che chi avesse 10 agnelli, ne pagasse uno, e cioè la decima parte e che la famiglia che ne avesse uno solo, doveva pure pagarne uno, giacché l’obbligo era “di uno per famiglia”. Sentenza palesemente assurda ed ingiusta, contro la quale non ha torto il parrocchiani si ribellarono, passando all’offensiva contro l’ arciprete, accusandolo di prevaricazione, di non celebrare le messe nelle chiese dipendenti ecc. l’anno seguente prè Moretto dovette scendere a Padova a giustificarsi, ma nel contempo ottenne di imporre ai suoi parrocchiani nuovi inventari, novali, pagamento di quartesi è di decime. È sperabile che almeno fossero ispirati a maggiore equità.

Nella visita dell’ottobre 1503, il vescovo aveva consacrato la ricostruita chiesa di Rivai, curazia di Arsiè, distrutta dal deflusso delle acque che, scendendo dal Monte, avevano trasportato una grande quantità di terra, sabbia, pietre, ecc. volendo quindi assicurare la nuova costruzione da pericoli di frane, slavine, il Barozzi con decreto del 23 maggio 1504, vietò il taglio di alberi e la tenuta di terreno coltivato lungo tutta la fase sia a ridosso della chiesa, con l’obbligo di costruire tracciati attraverso la dorsale del monte, per frenare l’impeto delle acque e delle slavine. A tal fine allegò al decreto un piano di sistemazione da lui stesso preparato. Per capire un tale intervento, estraneo alle ordinarie competenze di un vescovo, occorre ricordare che il Barozzi aveva compiuto seri studi di geometria, di matematica, di scienze naturali ecc. un suo libretto de quadratura circuli ebbe qualche considerazione tra i matematici, finché altri provò l’impossibilità della soluzione di tale problema. Il vescovo Pietro Barozzi nella sua attività pastorale pag 26 archivio storico di Belluno Feltre e Candore numero 226.

1802nasce ad Arsiè Angelo Fusinato e il più illustre sacerdote del comune d’Arsiè. Dopo aver avuto un’educazione scientifica e letteraria nel seminario di Padova, divenne dottore in sacra teologia, insegnante in seminario di Padova nel 1827, mentre dal 1833 al 1837 tenne la supplenza nella cattedra di diritto canonico dell’università di Padova; nominato in seguito arciprete e vicario foraneo di Fonzaso, nel 1846 fu richiamato in seminario come rettore. Nominato vescovo di Concordia-Portogruaro, Angelo Fusinato fece il suo solenne ingresso in diocesi il 28 luglio 1851. Il suo primo atto di vescovo fu di pretendere dal governo imperiale austriaco che gli fossero “abbassate” cioè rese note, le incriminazioni del provvedimento che poco prima aveva allontanato tre giovani professori dal seminario, con motivazioni mai notificate. Particolare impegno il vescovo Fusinato dedicò al completamento dei lavori del seminario, per questo aveva inviato suppliche insistenti al governo del lombardo-Veneto e allo stesso imperatore, perché venisse assegnato un forte sussidio. Nel frattempo aveva ottenuto il prestigioso incarico di rappresentante dell’episcopato Veneto nell’ambito della conferenza dei vescovi dell’impero. Le fatiche di quell’impegno lo avevano molto provato, anche perché appena rientrato in sede, fu richiamato ad Arsiè dalle condizioni disperate del padre, che li morì tra le braccia una settimana dopo. Nella Settimana Santa dello stesso anno, durante le funzioni della lavanda dei piedi nel Duomo di Portogruaro, venne colpito da grave malore, da cui non poté rimettersi e moriva il 30 giugno 1954. Il riconoscimento delle beneficenze ottenute, fu sepolto nella chiesa di San Luigi, cappella del seminario.

1829 il 19 luglio,naque ad Arsiè Leandro Tallandini. Studiò nel seminario di Padova dove ordinato sacerdote insegnò grammatica, e umanità superiore, dal 1853 sino al 1862. Nel 1859 si rifiuta di sottoscrivere un documento di condanna contro le idee del giobertismo, neoguelfismo, rominianismo sostenute dall’abate Volpe, il quale in un opuscolo attribuiva al clero veneto sentimenti liberali e propositi antitemporalistici. La protesta antivolpiana a Padova fu stilata da monsignor Francesco Pannella che oltre a condannare le tesi del Volpe vi aggiunse una solenne professione di fede temporalistica, tale protesta doveva essere firmata da tutto il clero indistintamente per dimostrare la propria avversione alle tesi del Volpe. Su 834 sacerdoti della diocesi firmarono 734, altri 97 non firmarono, compresi 12 professori del seminario. Il Tallandini dichiara: dichiaro di ignorare del tutto il contenuto dell’opuscolo Volpe e di non sapere quindi come protestare contro ciò che ignoro”. nel secondo appello del 16 settembre 1862 si rifiuta ancora di firmare, finché il 12 ottobre dello stesso anno il rettore del seminario di Padova monsignor Lorenzo Sartori su disposizione del Vescovo Manfredini, comunicò il licenziamento del professor Tallandini, insieme ad altri cinque insegnanti, nonostante una commovente lettera, inviata dai sei professori, implorante benevolenza.

Nello stesso periodo (1862) veniva tolta la facoltà di predicare al parroco di San Vito Roveri Don Lamberto Spada nato il 1831 ad Alano, motivo: rifiuto di riconoscere il potere temporale dei papi. Tale potere gli verrà restituito il 30 maggio 1864.

 

visita pastorale del Vescovo Francesco Scipione Dondi Dall’Orologio  nella diocesi di Padova 1809 -1819

Arsiè 22 settembre 1816

Popolazione

1.abitanti 1167 (816 capaci di comunione)

2. a)Sanità: commadri allevatrici: due, trovate istruite nella forma di amministrare il battesimo in caso di urgente necessità, nonché nel caso che la creatura si trovasse esposta al pericolo di non poter uscire dal ventre della madre, non manco neppure di interrogarle qualunque volta presentino un neonato avvertendomi di avergli conferito l’acqua. B) vi è un medico condotto, Caterina Francesco di Belluno e due chirurghi “tutti i dirigenti nel far amministrare agli ammalati i sacramenti”.

Struttura formale

1.Luoghi di culto: A) chiesa parrocchiale al titolo Santa Maria Assunta. B) notizie storiche: esisteva già nel IX secolo, e andò soggetta alla catastrofe di Feltre che fu interamente bruciata nel 1510; non è consacrata. C) pertinenze: sette altari: della B. V.del Rosario, della Natività di Maria Vergine, santi Valentino e Antonio, santi Rocco e Sebastiano, altare del Crocifisso, altare di San Gottardo. D) reliquie: legno della croce, San Valentino, San Pio, San Guido, San Benedetto, ( il parroco informa che lo spoglio fatto dalle truppe nemiche privò la chiesa di Arsiè di numerose reliquie, di argenti e paramenti sacri)

2. Oratori pubblici: San Michele, di ragione del comune, con altare. Chiesetta detta Visitazione di Maria Vergine della famiglia Gio Batta Talandini, con altare.

privilegi e indulgenze

sono privilegiati l’altare di Santa Maria Assunta e quello dei santi Rocco e Sebastiano, per sette anni. Vi è l’indulgenza plenaria concessa da Alessandro VII.

Stato patrimoniale

fabbriceria: entrata di lire locali 181,14 dalla scuola del Santissimo Sacramento e di lire 1149 dalla Chiesa.

Legati: 40 messe per i devoti della confraternita del Santissimo all’altare della Beata Vergine Assunta.

Beneficio parrocchiale: il parroco ha incaricato il perito Domenico Argenta di stimare l’entrata del beneficio che consiste in lire 2508,18 da beni stabili, decime, uva, fieno, sorgo, fagioli, canapa. Canone dalla parrocchia di Rivai : lire 14.

Aggravi: di lire 1152,17 da tasse comunali, contributi pubblici: dalle ostie, candele per la purificazione, ulivo, legati mantenimento di un coauditore, tributo per il predicatore.

Persone

sacerdote: Centini Antonio di Padova, eletto parroco per concorso nel 1783 e il vicario foraneo nel 1792, anni 60. Conte Giovanni di Ortan, altarista, assiste l’arciprete nella cura d’anime, anni 41; Fusinatto(!) Natale di Arsiè, assistente dell’arciprete, anni 43

fabbriceri: Fabris Gaetano, Fusinatto Gio Batta, Fiammingo Vittore, Faoro Gian Maria, Faoro Bartolomeo.

Vita religiosa e morale

1.Dottrina cristiana: è tenuta nella chiesa parrocchiale, se l’oratorio di San Michele fosse in luogo più opportuno, e nell’interno le strade non fossero coperte di neve o da ghiacci, che qui durano moltissimo tempo. Si potrebbe dividere gli uomini dalle donne, ma ciò non potendosi, conviene raccogliere la scuola nella sola parrocchia collocando le donne nella parte inferiore e nella parte superiore gli uomini. Nel tempo della recita, uno dei coauditori tiene un discorso catechistico agli adulti, poi, dietro l’altare maggiore catechizza i piccoli fanciulli, l’altro coauditore nel fondo della chiesa verso la porta maggiore istruisce le ragazze di giovane età, il terzo istruisce i giovani e gli adulti, ” nel mezzo” c’è sempre il parroco. La scuola conta fanciulli 171, fanciulle 182, maestri 78, maestre 25.

2. Confraternita del S.S. eretta presso l’altare di Santa Maria assunta, è aggregata alla confraternita di Roma per l’acquisto delle indulgenze concesse daSisto v nel 1580.

Disposizioni del vescovo

tenere in sacrestia un registro in cui vengono scritti i beneficiari delle messe, aggiornare il messale con le nuove messe.

 

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La visita pastorale del Vescovo Modesto Farina nella diocesi di Padova 1822-1832  a cura di Pio Pampaloni.

Arsiè(S. Maria Assunta)

data della visita: 27-29 maggio e 2 giugno 1831. Nella circostanza si ebbero 100 comunioni e 180 cresimati.

Popolazione

1.Abitanti 1272, maschi 645, femmine 627; ammessi alla comunione: maschi 428, femmine 417; minori: fanciulli 217, fanciulle 210.

2. Sanità: medici 1:Slaviero Girardo, chirurgo condotto; 2. Levatrici 1.

3. Istruzione: scuola elementare comunale; maestro: Fusinato Don Natale con assegno di lire austriache 230; scolari 110 dai sei ai 12 anni.

Struttura formale

luoghi di culto:

chiesa parrocchiale arcipretale: titolo: Assunzione di Maria Vergine, notizie storiche: rinnovata dal 1698 al 1722, l’ultimo restauro del 1813; fu consacrata il 23 settembre 1816; pertinenze: altari sette: del SS.mo: con dietro nicchia della Beata Vergine eretta nel 1613, dei santi Antonio abate e Valentino, dei santi Sebastiano, Rocco e Anime Purganti, del Crocifisso, della Beata Vergine del Rosario, di San Giacomo, di San Gottardo; confessionali cinque, pulpito, organo, campanile del 1535 con quattro campane, cimitero nuovo.

Chiesa sussidiaria di San Michele: obbligo di messe 15.

Oratorio pubblico della visitazione di Maria a Santa Elisabetta del signor Tallandini.

Stato patrimoniale:

1.Beneficio parrocchiale: attivo: lire venete 3072,5; passivo: 2272,8.

2. Beneficio di San Sebastiano: attivo: lire venete 863,7; passivo: 241,10.

3. Legati:Bussoli ( anno 1616) rendita annua di lire venete 30 e onere di messe 30); Moletta (anno 1776) rendita annua di lire 30 e onere di messe 30; Baldassarre (anno 1760) rendita annua di lire 20 e onere di messe 52; Nicoletto (1583): rendita annua di lire 20 e onere di messe 52; Bassani: onere di messe uno; Madalon (a. 1784): onere di messe a uno; Salvan: oneri di messa due; Faccaro F: onere di messa due; Faccaro A: onere di messa due; Bazzarin: onere di messe due; Trevisan: onere di messe cinque.

Su richiesta formale dell’altarista Don Conte Giovanni il vescovo mons. Farina, in data 16 novembre 1831 riduce le messe dei legati:a)Bussoli e Moletta a 12, b) Baldassarre e Nicoletto: tante quante si possono celebrare con un’offerta di lire 2,10.

Associazioni:

1. Confraternita del SS.mo.

2. Confraternita delle Anime Purganti.

3. Devoti dell’oratorio di San Filippo Neri.

Archivio:

1. Scatti d’anime 13: dal 1640 al 1831.

2. Libri canonici dal 1615.

3. Libri civili dal 1816.

4.Inventario del beneficio e libri di documenti dal 1432 al 1831.

Persone

1. Sacerdoti: Contini Antonio, nato a Padova, anni 75, parroco arciprete; Conte Giovanni, nato ad Arten, anni 56, beneficiato dell’altare di San Sebastiano; Fusinato Natale, nato ad Arsiè, anni 59, coadiutore. e vicario parrocchiale.

2. Fabbriceri 5: Tallandrini Carlo, Fusinato Pietro, Fusinato Antonio, Smaniotto Vittore, Maddalozzo Giacomo.

Vita religiosa e morale

1. Celebrazioni di culto e forme di pietà: messe d’obbligo: 59 da allegati

2. Devozioni:40 ore, ogni quarta domenica del mese: meditazione nella via crocifisso (eretta il 22 giugno 1828).

3. Organizzazione catechistica:

la dottrina cristiana si insegna dalla arciprete nella chiesa parrocchiale assistito da Don Giovanni conte, per i fanciulli, e da Don Natale Fusinato per le fanciulle stato di frequenza:

classe maestri fanciulli maestre fanciulle

1             8         19          4         20

2             7         40          7         39

3             5         22          8         26

4             6         20          4         20

5             4         30          5         30

6             7         53          6         52

Totale     37       184        34       187

gli adulti vengono istruiti alternativamente dai coadiutori; frequentano: uomini 175, donne 145.

Osservazioni sul popolo:

non vi sono scandali manifesti né altri gravi disordini a cui mettere riparo.

Disposizione del vescovo

1. Si “ecciti” la fabbriceria ad assicurare, per vie regolari, il legato di Giacomo d’Arsiè colla iscrizione alle ipoteche.

2. Sia incaricato il sacerdote altarista a presentare il progetto degli legati inerenti al suo beneficio e a produrre regolare istanza per la riduzione delle messe.

3 si prendano dall’arciprete e dai suoi coadiutori le opportune misure affinché sia celebrata una messa di buon mattino prima dei lavori della campagna a comodo della popolazione è particolarmente nei giorni festivi sia determinato e inalterabile, a tenore delle stagioni, l’orario delle messe, avvertendo che le funzioni della mattina in detti giorni siano, in via ordinaria, terminate prima del mezzodì.

1834 in ottobre arriva ad Arsiè per assumere l’incarico di medico condotto il Dottor Jacopo Facen originario di Lamon, l’anno successivo si sposò con Clementina Maddalozzo, che gli diede ben 12 figli. Nell’estate del 1835 fronteggiò un’epidemia di colera che si era diffusa in tutto il Feltrino. Limitò i decessi mettendo in quarantena i malati e disinfettando gli ambienti da essi abitati. Alla fine del 1837 ritornò a Lamon accettando di fare il medico condotto.

1855 L’onorevole sindaco di Arsiè Artico Pietro del fu Antonio nell’età di anni 44 e mesi sette per affezione cardiaca, con serenità di mente, chiara rassegnazione, munito dei religiosi conforti, placidamente spirò oggi nel pomeriggio. La desolata famiglia porge il mesto annunzio, avvertendo che la tumulazione avrà luogo il 21 corrente alle 9.00 antimeridiane. Arsiè 19 dicembre

1881A differenza di quanto avvenne nel comune di Fonzaso, il commissariamento di Arsiè, dettato da “urgente e imperiosa necessità” non fu dovuto a fatti politici, ma la cattiva gestione del patrimonio e di tutti i servizi comunali.

Provincia di Belluno. Distretto di Feltre e Fonzaso. Comune di Arsiè. Notificazione.

Cittadini!

Per l’onorevole incarico affidatomi dal governo con un decreto firmato da Sua Maestà in udienza del giorno 12 decorso mese di maggio, oggi che questo consiglio comunale è stato disciolto, assumo io l’amministrazione provvisoria del vostro comune, sino a che per mia cura e assenso di Legge, la naturale rappresentanza sarà da voi ricostruita. Sebbene io comprenda tutta la difficoltà del mandato che vado ad assumere, pure mi rincuora la certezza che a me, di questi giorni, fino a quello che assegnerà il termine della mia missione, non fanno difetto la benevolenza e la cooperazione di tutti i cittadini amanti del benessere di questo paese, onde possa io, nel breve tempo della legge assegnato, trarre a compimento la definitiva sistemazione del patrimonio comunale, sistemazione che, se fu per molti anni nei voti di tutti, alle diverse rappresentanze che dalle epoche più remote sino a oggi si sono succedute, per cause diverse non fu possibile realizzare. Quello che fino ad oggi è stato l’aspirazione, domani dovrà essere un fatto compiuto. Questo è quanto dovete vedere voi se, come non dubito, amate che il patrimonio comunale possa utilmente e legalmente essere amministrato. Durante la mia reggenza io conterò sempre i miei atti nei limiti della Legge e desidero che questa sia da tutti in ogni momento rispettata. Quando per mia cura e mercè la vostra cooperazione il patrimonio e tutti i servizi comunali avranno ripreso il loro regolare andamento, vedrete voi che il provvedimento preso dal governo era reclamato dalla più urgente e imperiosa necessità.

Dalla reggenza municipale di Arsiè ad di 12 giugno 1881, il regio delegato straordinario: Orsino Orsini

 

1881 A differenza di altre parrocchie del feltrino che avevano chiese titolate alla Madonna Assunta, con relativa pala, Arsiè disponeva di una statua e non mancavano le processioni con tale sacro simulacro consentiva. Il seguente avviso chiarisse bene i caratteri di questa devozione.

Invito sacro

il popolo di Arsiè, minacciato e colpito da gravi sventure, mai non ricorse invano a Maria Vergine sotto il titolo della Assunta la cui immagine si venera con particolare devozione. A lei ricorse nel 1829, nel 1861 in tempo di siccità; a lei nel 1848 nella paura del ferro e del fuoco ostile; a lei nel 1836, nel 1853 nell’invasione del morbo asiatico; e la pioggia cade abbondante a ristorare le riarse terre; le armi nemiche non recarono offesa; il terribile morbo cessò. Anche in quest’anno nella minaccia di una funesta siccità il popolo di Arsiè, animato da vivissima fiducia in Maria, si obbligò così fidente di portare in processione la venerata immagine. Nel giorno 13 di questo mese al primo rompere dell’alba, tutti commendano la chiesa parrocchiale e innalzarono fervide preci a Maria per l’intercessione della sospirata grazia. E la pioggia si rese tosto e a ravvivare la quasi morta speranza degli agricoltori. Ora il popolo di Arsiè, a sciogliere il volto, porterà domenica 21 corrente in solenne processione la predetta sacra immagine. Alle 3.00 del mattino il suono delle campane e lo sparo dei mortaretti annunceranno la festa. Si canterà poi nella chiesa parrocchiale la messa solenne in musica e concorso della banda. Alle due (nel pomeriggio) si canterà il vespero, dopo di che avrà luogo alla processione con le confraternite del Santissimo sacramento delle cinque frazioni, al suono della banda del paese e allo sparo dei mortaretti. Dal pergamo sarà recitata una orazione convenevole alla solennità. Alla sera il suono della banda, fuochi d’artificio e l’ascensione d’un globo aerostatico a pioggia di fuoco chiuderanno la solenne festa.

Dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria di Arsiè il 17 agosto 1881, la fabbriceria.

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1881 numero approssimativo di pellagrosi in provincia di Belluno: 6552, i comuni maggiormente colpiti furono: Ponte delle Alpi, 800 morti; Arsiè: 630 morti,

Sedico 600, Santa Giustina 138, Lamon 100, Lentiai 74. Il numero dei comuni colpiti erano 33.

1984Una lettera del prefetto di Belluno al ministero dell’Agricoltura in data 9 marzo riferisce che i comuni infestati dalla pellagra sono scesi a 26, il numero approssimativo dei colpiti fu di 2471 in quasi tutti i comuni vi è una diminuzione solo in due vi è uno stazionamento (Trichiana- Seren), in aumento a Pedavena (da 29 a 30), altri comuni con un numero sempre considerevole: Arsiè 630, ponte delle Alpi 800, se dico 600. Unici distretti immuni sono quelli di pieve di Cadore edi Auronzo.

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Movimento naturale parrocchia di Arsiè 1800-1900

Anno   nati morti matrimoni

1800    53    41        5

1810    65    65      12

1820    57    45        9

1830    62    51        6

1840    44    38        8

1850   60    44      10

1860   77    37        9

1870   81    45        8

1880   85    60       11

1890   62    40       13

1900   68    49       12

Gli anni con più nascite furono il 1875 e il 1887 con 98 nati seguito dal 1882 con 95 e dal 1885 con 92.

Gli anni con meno nascite furono il 1841 con solo 39 nati seguito dal 1817 con 41 e il 1836 con 42.

Gli anni con maggiori decessi furono 1855 con 90 morti seguito dal 1817 con 88 e il 1809 con 80.

Gli anni con minori decessi furono 1822 con 24 morti seguito dal 1841, dal 18662 dal 1897 tutti con 33 morti.

L’anno con più matrimoni fu il 1886 con 24 seguito dal 1862 con 22.

Il minore numero di matrimoni fu registrato nel 1889 con solo 2 sposalizi seguito dai 1791 e 1821 con 3.

Fonte: Zannini- Gazzi contadini, emigranti, colonos ed. Canova Tv pag 486

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ABITANTI PARROCCHIE

ANNO            Arsiè    Mellame      Rivai            Rocca

1744           1517 (6)    446 (3)      744 (3)          —– (2)

1774           1200 (7)    430 (1)      830 (2)          937 (2)

1809           1167 (3)    456 (1)      612 (2)         1324 (2)

1822           1272 (3)    480 (1)      612 (2)         1346 (2)

1852           1446 (2)    599 (2)      664 (2)         1772 (2)

1882           1962 (2)    967 (1)    1000 (2)         2359 (2)

1900           2450 (3)  1070 (1)     1100 (2)        2600 (2)

1914           2600 (3)  1350 (1)     1150 (1)        2420 (1)

Il numero tra parentesi indica il numero di sacerdoti presenti in ogni parrocchia.

Fonte: Filiberto Agostini istituzioni ecclesiastiche e potere politico in Veneto 1754-1886. Marsilio ed.

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1908 il 28 dicembre morì a Belluno, ove soggiornava, il pittore professor Eugenio Madalozzo di Arsiè di Feltre. Aveva 76 anni. Eugenio Madalozzo, paesista di valore, studiò a Venezia, a Roma e a Monaco di Baviera. Da varie importanti esposizioni nazionali e internazionali venne premiato. Cittadino esemplare, vecchio patriota, lasciò largo rimpianto.

Numero emigranti del comune d’Arsiè riferito all’anno 1908

Muratori, manovali scalpellini nr. 70

Sterratori nr. 125

Minatori nr.100

Professioni girovaghe nr.70

Totale 365

Anno 1911

abitanti: 8612

numero complessivo di emigranti: 633.

muratori, manovali scalpellini: nr.350.

sterratori: 166.

minatori: 54.

operaie nelle fabbriche: 63.

Dove si recano

verso i paesi europei: 516

verso le Americhe: 117

Secondo il sesso

uomini 544, donne: 44

minorenni: maschi 26, femmine 19.

 

minatori di Arsiè espatriati

1909: 150 su 550 espatriati.

1913: 258 su 740 espatriati.

Il 30 agosto 1914, causa lo scoppio della prima guerra mondiale, il governo stanziò un primo decreto-legge con la somma di tre milioni di lire destinati ai Comuni che volessero servirsene per aiutare gli emigranti costretti al rientro forzato, alla provincia di Belluno spettarono L. 250.000, cifra irrisoria, di questi ad Arsiè ne arrivarono lire 6.000.

Fonte: F. Vendramini tutela e autotutela degli emigranti tra il 1800 e il 1900

Dall’archivio storico dell’industria italiana (Li Causi edit.)

1891 ad Arsiè esistevano quattro latterie, i lavoranti erano 6 più 5 fanciulli sotto i 15 anni.

La produzione annua era:

burro: 7490 kg.

Formaggio: 14.980 kg.

Ricotta: 8560 kg.

1911nel comune di Arsiè è risultata una produzione annua di vino di 15.000 hl, mentre l’allevamento del baco da seta ha dato 200 q di bozzoli.

Censimento 1901. Abitanti: distretto di Fonzaso: Arsiè: 6794 abitanti, Fonzaso: 5854, Lamon: 7071, Sovramonte: 3666.

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Elenco sacerdoti originari dal Comune di Arsiè negli anni 1912-1920

Arboit Giacomo Rocca 1842

Bassani Giovanni Fastro 1884 1910

Brandalise Giacomo Fastro 1884 1909

Brustolin Angelo Rocca 1879 1904

Brustolin Giuseppe Rocca 1845

Candiani Augusto Arsiè 1887

Dall’Agnol Agostino Fastro 1885 1909

Zancanaro Giacomo Rocca 1885 1910

Zancanaro Modesto Incino 1885 1911

La prima data indica l’anno di nascita, la seconda la data di ordinazione sacerdotale.

La visita pastorale di Luigi Pellizzo nella diocesi di Padova (1912-1921)a cura di Antonio Lazzarini vol 1 pag 255-257

Data della visita 8 dicembre 1912

Popolazione

abitanti: 2246 (1830 ammessi alla comunione).

Struttura formale

1. Luoghi di culto:

a) chiesa parrocchiale: Santa Maria Assunta; notizie storiche: già parrocchiale nell’anno 800, riedificata 1693, consacrata 1816, restaurata 1824; giuspatronato vescovile; pertinenze: sette altari (il maggiore, sacro Cuore di Gesù, Crocifisso, san Sebastiano, Sant’Antonio di Padova, Natività di Gesù, Beata Vergine del Rosario); indulgenze: 48 ore,

b) chiesa di San Michele Arcangelo, di proprietà del Comune che l’ha da un anno destinata a contenere “dei letti preparati per casi di malattie contagiose”

c) oratori semipubblici: del sacro cuore di Gesù, nell’asilo infantile, eretto 1911, provvisto di vasi sacri e paramenti.

d) di Sant’Antonio di Padova, di proprietà della famiglia Dal Covolo, eretto 1886 con arredi e paramenti.

e) della Visitazione di Maria, di proprietà della famiglia Padovan, costruito al posto di un altro demolito e provvisto del necessario per la messa.

Stato patrimoniale:1) fabbriceria: entrate L. 1300 circa da livelli e legati, interessi di capitali, questue ed elemosine; uscite non precisate, per messe e ufficiature (47), spese di culto: 2) cassa anime: entrate L. 500 circa erogate per la “fiera delle anime” (162) e il resto in messe e ufficiature.3) beneficio parrocchiale: entrate L. 1691,50 da terreni (717), cartelle di rendita, decime. Uscite: L. 976,30 per imposte e tasse, assicurazione, pane dei morti, 2 pranzi, 12 pranzi e due cene al cappellano

4) mansioneria curata di San Sebastiano, goduta dal cappellano: rendite non precisate; onere di 59 messe, ridotte per tre anni a 10.

Le persone

1. Sacerdoti: Pertile Bernardo, arciprete e vicario foraneo; Pesavento Giuseppe, cappellano e mansionario; Candiani Augusto.

2. Fabbriceri: Padovan Ferruccio, anni 31 (nuovo); Faoro Bortolo fu Giovanni, anni 55 (nuovo); Faoro Matteo di Valentino, anni 49 (rieletto); Dalla Dora Antonio, anni 58 (rieletto); Saccaro Pietro, anni 38 (nuovo).

Vita religiosa e fiorale

1. Predicazione: la spiegazione del Vangelo viene fatta dai sacerdoti di cura durante due messe, il catechismo agli adulti dall’arciprete, o qualche volta dal cappellano, durante la messa parrocchiale.

2. Dottrina cristiana: è tenuta dai sacerdoti di cura, aiutati da Don Candiani e, per le fanciulle, dalle suore. Ogni festa in chiesa e quasi ogni giorno da novembre a maggio nelle scuole comunali fuori orario scolastico: è divisa in cinque classi, ognuna con uno o più maestre; il vescovo raccomanda che la dottrina venga impartita con un metodo migliore, curando specialmente la disciplina.

3. Atti di culto e le forme di pietà: a) quattro ufficiature solenni e sei messe lette da un legato; 10 messe da legato a carico del mansionario di San Sebastiano;b) nell’oratorio delle suore celebrano i sacerdoti di cura e Don Candiani, in quello Dal Covolo si celebra tre o quattro volte l’anno a richiesta della famiglia. c) prima comunione: si procura di ammettere i fanciulli quando arrivano a i sette anni; d) comunione agli ammalati cronici: si porta “secondo il loro desiderio”; e) funerali: “i poveri hanno il medesimo accompagnamento dei ricchi, eccettuata la cera e il concorso di popolo”; f)”fiera delle anime” la terza domenica di ottobre e il lunedì successivo.

Associazioni pie: a) confraternita del S.S. ( ab immemorabili);b) congregazione delle sante anime (1666); c) figlie di Maria (1891).d) congregazione di San Luigi (1908);

e) terzo ordine francescano (1908); f) congregazione della dottrina cristiana (1912).

5. Opere educative e assistenziali: asilo infantile, diretto dalle suore della misericordia di Verona (camilliane)

6. Osservazioni sul clero: per il fabbriceri, arciprete e cappellano sono amati e stimati dal popolo; secondo il parroco, Don Pesavento “ha sempre tenuto ottima condotta ed è lodevole per la sua pietà e zelo”; i familiari di Don Candiani sono poco frequenti alla chiesa, specie il padre che ha la carica di sindaco del Comune.

7. Osservazioni sul popolo: corrisponde abbastanza per i bisogni della Chiesa.

Azione cattolica

1. Circolo giovanile.

2. Cassa rurale, con propria presidenza, assistita dall’arciprete nei conti e nel buon andamento.

La stampa

1.Buona: la Difesa del Popolo 30 copie; il Foglietto della Domenica 20 copie; Pro Famiglia otto coppie: si diffondono a fatica, sebbene semi gratuitamente, “per l’indifferenza ed avarizia dei parrocchiani”: collaborano con l’arciprete le figlie di Maria (il cappellano ha cercato di diffondere Pro famiglia e il Mulo mediante il circolo giovanile, ma con scarsi risultati).

2. Cattiva: sono diffusi il Corriere della Sera e il Gazzettino: contro il Corriere si è procurato di diffondere l’Avvenire d’Italia che venne e viene ancora accettato e letto da non pochi.

Dichiarazione e decreto del vescovo

1. Ci si dichiara soddisfatto.

2. Spostare le pietre sacre di due altari; porre una cancellata attorno al battistero; porre fuori uso due appartamenti completi; porre le croci in cima ai confessionali

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dal diario del vescovo Pellizzo pubblicato sul bollettino diocesano riporta alcuni casi esemplificativi: all’arciprete di Fonzaso fu tolto tutto; dalla sua canonica non ha che i muri: gli furono tolte persino le scarpe che teneva i piedi. Il parroco di Mellame fu preso come ostaggio e maltrattato, perché in paese furono derisi alcuni soldati. Il parroco di Rivai rischiò la fucilazione per aver inseguito per buon tratto di monte da solo i soldati, che avevano saccheggiato le case. Don Carlo Riva, arciprete di Arsiè, provò quanto sa di sale…. Lo scender e salir per l’altrui scale, per aver difeso i diritti della sua chiesa e dei suoi figliuoli. Pag 248 come sopra Scottà

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subito dopo la fine della guerra il vescovo di Padova, per motivi pastorali, aveva diramato a tutti i parroci della diocesi di un accurato questionario nel quale i parroci erano invitati a relazionare sugli avvenimenti accaduti nella loro parrocchia durante il conflitto mondiale, questa la relazione dell’allora parroco di Arsiè.

Parrocchia di Arsiè

relazione di Don Francesco Pizzolotto (30 novembre 1945)

Parte personale

a)per vicende di guerra nessun parrocchiano abbandonò la parrocchia. Questa parrocchia non ebbe nel suo territorio alcuna azione bellica, eccezione fatta per il bombardamento aereo del ponte di Arsiè sul Cismon. Da località diverse vennero ad abitare qui tre famiglie ritenendo Arsiè posizione più sicura e tranquilla. Si ebbero 50 prigionieri in Africa, America, Inghilterra, Germania, Russia. Ritornarono tutti. Dalla Russia è ritornato uno solo Faoro Gino, “Gnolè”, unico di tutto il Comune. Nessuno fu internato. I poveri della parrocchia furono assistiti con le ordinarie risorse della parrocchia. Nel 1940 fu qui per cinque mesi il 71 reggimento fanteria italiano. Nell’autunno 1944 i tedeschi iniziarono i lavori di fortificazione, gallerie, postazioni. Tutti gli uomini furono obbligati a lavorare inquadrati nella organizzazione “Todt”. Furono condotti qui molti operai della zona feltrina, dei quali una parte venne spontaneamente, una per forza: erano questi ultimi i corsi detti “rastrellati” e vennero adibiti alla costruzione di un fosso anticarro a “Mezzavia”.

b) nel 1940 si istituì la messa festiva per il soldato. Nell’inverno 1944- 1945 fu istituita la messa festiva per gli operai alle 5.00 pomeridiane, dato che si lavorava tutta la giornata festiva. L’esito fu buono. Si tennero così corsi di predicazione di istruzione sociale conforme alle direttive dell’azione cattolica. Nel 1943 gli fu la visita pastorale concorso di predicazione in preparazione della medesima.

c) la permanenza di soldati ed operaie per lunghi mesi portò da anni innegabili alla vita morale, ma non di carattere generale. Non vi furono gravi scandali pubblici, vendette, uccisioni, furti, rapine ecc.

d) il pericolo più grave fu rappresentato dalla diabolica propaganda comunista fatta da emissari provenienti da Bologna, i quali ebbero l’ufficio di commissari nelle formazioni partigiane per la lotta contro i tedeschi. Si riuscì a circoscrivere in parrocchia la propaganda comunista: non così nelle parrocchie vicine. Ebbero qui più diffusione le idee socialiste. Si combatte comunismo e socialismo con conferenze per uomini e ragazzi, tenute settimanalmente in teatro, e con conferenze per donne e ragazze, tenute ogni domenica presso l’asilo. L’esito dell’iniziativa è molto confortante.

e) 11 novembre 1944. Primo bombardamento aereo del ponte di Arsiè ad ore 13.30. Due feriti leggermente e un breve tratto di parapetto del ponte, ha rotto. Cadute 12 bombe.

25 febbraio 1945, 15.15: vengono lanciate 20 bombe. Lesionate le case vicine al ponte: nessun danno a persone né alla stabilità del ponte.

1 maggio 1945. Battaglia tra partigiani e tedeschi, conclusa alla sera con l’intervento delle truppe americane e dei carri armati americani. Morti cinque partigiani, due donne, 15 tedeschi, diversi feriti. Circa duecento tedeschi fatti prigionieri. Alla sera del 1 maggio 17.00 tutto era finito.

Parte materiale

a) per ottenere la salvezza del paese si fece voto alla Madonna di fare solenni feste in suo onore a guerra finita e si fece voto di eseguire il pavimento del coro, la modifica dell’altare maggiore e del tabernacolo di detto altare. Spesa prevista lire 200.000. Il lavoro è a buon punto. A lavoro ultimato con le offerte dei fedeli sarà coperta la spesa.

b) nei bombardamenti aerei sopra citati per lo scuotimento causato dalle esplosioni andarono rotti alcuni vetri della chiesa parrocchiale. Nella battaglia del 1 maggio fu rovinato il coperto degli oratori Padovan e San Michele. Andarono rotti i vetri e nell’oratorio di San Michele vi fu qualche danno anche ad un muro.

c) indicava Usa dei bombardamenti aerei andarono rotti alcuni vetri in canonica e così pure nella sala teatrale. Totale: 10 m² di vetri. Dalla sala teatrale furono asportate numero 80 sedi. Il danno fu regolarmente denunciato.

d) la casa della dottrina cristiana fu adibita a sede del municipio nel luglio 1944, quando i tedeschi occuparono il palazzo municipale e lo trasformarono in caserma. Non furono stipulate condizioni, ma si dovette subire l’imposizione dei tedeschi. Lo stabile fu lasciato libero nel settembre 1945. Il municipio fece dare la spinta ai muri e lasciò l’impianto di luce elettrica, che prima non esisteva. Nessun altro compenso finora.

e) dei danni sopra nominati (chiesa-canonica-oratori-sala teatrale) fu fatta regolare denuncia. Finora nessun risarcimento.

f) i danni suddetti (chiesa-canonica-sala teatrale) furono riparati a cura e spese della parrocchia. L’ oratorio di San Michele e l’oratorio Padovan furono riparati a spese dei comuni per quanto si riferisce al coperto. La spesa per vetri nei due oratori, la tinteggiatura e la riparazione di un muro nell’oratorio di San Michele sarà sostenuta dal Comune.

Parte personale

i sacerdoti della parrocchia non ne ebbero a soffrire nessun danno: non furono allontanati, non subirono vessazioni. In complesso furono rispettati. In canonica di Arsiè si rifugiarono i sacerdoti di rocca durante il famoso rastrellamento del Grappa nel l’agosto 1944. Il clero fu all’altezza dei bisogni e dell’ora in ogni vicenda sia per quanto si riferisce alla popolazione, quanto ai rapporti con operaie, partigiani, truppe italiane, tedesche, americane.

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annuario 1972 della diocesi di Padova

Arsiè, patrona Santa Maria Assunta, altezza metri 314, abitanti 854 “villaque digitur Arsei” compare in una donazione dell’aprile 1085 e in “plebe Arsedi” nel 1297

Fastro, patrono Sant’Antonio da Padova, altezza metri 361; abitanti 759.

Mellame, patrono San Martino, altezza metri 570; abitanti 570. “Villaque dicitur Mellomio“, donazione aprile 1085; ecclesia San Martini de Mellomo, sub cura

Plebis Arsedi.(ottobre 1585)

Rivai patrono San Giovanni battista, altezza metri 607; abitanti 402.Tuvido, in donazione anno 983; ecclesia S. Johannis de Tuvedo o Tovido. È l’attuale Tovio, la principale contrada di Rivai. Questo toponimo nelle relazioni delle visite pastorali è detto Rivalli, Rivali, Rivagi, e per la prima volta Rivai nel settembre 1581.

Rocca d’Arsiè, patroni santi Ippolito e Cassiano, altezza m. 296 ab. 498

San Vito patroni santi Vito e Modesto, altezza metri 447; abitanti 470.

Incino, (curazia) patrona Madonna della Salute, altezza metri 382, abitanti 105.

Fonte: archivio storico di Belluno Feltre e Cadore giugno 1974 numero 206 -207

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spopolamento del comune di Arsiè 

Tra il 1871 e il 1961 la provincia di Belluno passa da 175.282 presenti a 205.681 con un aumento del 13,5% rispetto al 74% del Veneto, mentre i dati nazionali nel corso dell’primo secolo unitario quasi raddoppiano.

In provincia di Belluno solo Belluno, Cortina, Feltre, aumentano la loro dimensione in modo rilevante, Belluno arriva a raddoppiare i propri abitanti, mentre per Feltre si registra un aumento del 68%.

Nel 1951 nel Feltrino solo Feltre e Pedavena registrano aumenti pari all’11,5% e 18%.

Tra il 1871 1961 i comuni bellunesi più colpiti dallo spopolamento sono Perarolo con il 58,8,Vodo con il 56,8 degli abitanti, Arsiè cala nell’ordine del 39%.

Confronto abitanti tra i comuni di Arsiè Santa Giustina e Seren del Grappa

anno       Arsiè                  Santa Giustina                             Seren

1871       6884 (6702)               4201                                       4273

1911      8675 (7117)                6026                                       5264

1921      8264 (7727)                6585                                       5025

1936      5704 (5448)                5396                                       3705

1961      5304 (4077)                5749                                       3364

1971      4050 (3768)                5495                                       2785

il dato tra parentesi ad Arsiè indica i presenti effettivi del Comune

dal 1930 al 1960 le cancellazioni all’anagrafe di Arsiè sono all’ordine di 3884. Di queste il 48,8% sono registrate nel secondo dopoguerra.

tra il 1930 e il 1960 ad Arsiè le cancellazioni sono concentrate soprattutto in questi anni

1931 202

1936 187

1939 198

1954 411

1955 169.

Fonte: Franca Modesti emigranti bellunesi dall’800 al Vajont Franco angeli/storia pagina 253.

 

 

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